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Covid-19, due procedimenti in Procura a Ragusa. D’Anna: “Sarei felice di dovere archiviare”

Andrebbe provata la trasmissione del virus. L’iscrizione di notizie di reato riguarda i casi dell’infermiera dell’ospedale Maggiore e della donna rientrata a Modica da Pavia

(27 marzo 2020)

Sono solo due finora, in provincia di Ragusa, le iscrizioni da parte della procura della Repubblica presso il tribunale, delle notizie di reato riconducibili alla diffusione del coronavirus: il caso dell’infermiera in servizio nel laboratorio analisi dell’ospedale Maggiore di Modica risultata positiva e rispetto alla quale bisogna valutare la compatibilità dei comportamenti con il rispetto delle norme vigenti in fatto di prevenzione e contagio del Covid-19; e il caso della donna partita da Pavia e arrivata a Modica, con un volo aereo Milano-Catania con scalo a Roma e un viaggio in taxi dall’aeroporto ‘Bellini’ fino alla propria abitazione. Quest’ultima, che ha 72 anni, arrivata a Modica domenica, martedì scorso è risultata positiva ed è in gravi condizioni all’ospedale Maggiore di Modica. Il sindaco Ignazio Abbate l’ha pubblicamente accusata di sapere già di essere malata e di essersi posta ugualmente in viaggio in violazione delle norme. L’interessata ha smentito e la temperatura corporea della donna, rilevata in aeroporto attraverso il termolaser, ha dato ragione a lei: non aveva febbre.

E’ molto probabile che entrambi i procedimenti vadano verso l’archiviazione anche perché in questi casi l’azione penale potrebbe essere esercitata solo nel presupposto che agli indagati possa essere contestata la violazione dell’art. 452 del codice penale che punisce, con la reclusione, i delitti colposi contro la salute pubblica.

“Dovremmo provare che le persone imputate abbiano trasmesso il virus – chiarisce alla redazione di Ialmo.it Fabio D’Anna, procuratore di Ragusa – e ciò non è semplice. In ogni caso sarei contento se dalle indagini emergesse che non vi siano stati comportamenti di questo tipo e che quindi si possa archiviare”.

Intanto è venuta meno quasi subito l’eventualità che l’ufficio dei pubblici ministeri potesse essere intasato dai procedimenti per violazione dell’art. 650 del codice penale relativo all’inadempimento di disposizioni dell’autorità. Infatti tale violazione è stata depenalizzata e d’ora in poi sarà punibile solo con una sanzione amministrativa. Quindi nessun lavoro per le procure.

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