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Chiuso il Festival dell’Educazione sulle orme di Pino Pennisi: i protagonisti tracciano il bilancio

L’evento è stato organizzato dal Comune di Siracusa, Siracusa Città educativa e le Associazioni del terzo settore

(26 novembre 2019)

Archiviata la 2°edizione del Festival dell’Educazione sulle orme di Pino Pennisi, l’evento organizzato dal Comune di Siracusa, Siracusa Città educativa e le Associazioni del terzo settore. Quante e quali azioni e metodologie possibili per far crescere e sviluppare al meglio le potenzialità dei cittadini e delle cittadine di domani ce lo hanno proposto in mille modi diversi le numerose realtà no profit siracusane, operanti nel terzo settore, che all’interno del ricco calendario del Festival hanno proposto, giochi, laboratori creativi e letture per famiglie e bambini ma anche teatro, mostre ed orientamento al volontariato e allo sport. Non ultimo l’immancabile appuntamento a metà settimana con l’annuale Marcia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Tappa fondamentale del percorso educativo tracciato con grande dedizione e passione in questi anni dal compianto Pino Pennisi, la Marcia dei diritti ha visto quest’anno la partecipazione di un migliaio di bambini e bambine provenienti dagli istituti comprensivi della città. A tracciare un bilancio di quanto espresso all’interno di questa 2° edizione del Festival dell’Educazione chiamiamo i protagonisti.

Salvo Antoci, Elena Barresi

“Al Festival abbiamo proposto insieme al gruppo Teatro Onda diverse attività, – racconta Salvo Antoci di Connessioni Urbane dalla Mostra BaRock, alle conversazioni su diversi temi inerenti la città alla Libreria Mondadori, la partecipazione alla Marcia dei Diritti per concludere con un laboratorio teatrale dal titolo “Io sono Tu” per la regia di Erika Barresi, che ha coinvolto altre associazioni Amiche di Città Educativa. Quello che abbiamo cercato di esprimere nello spettacolo conclusivo, cioè far cooperare insieme realtà differenti all’insegna dell’inclusione e della condivisione, incarna perfettamente l’idea portante su cui si fonda il Festival dell’Educazione, vera eredità di Pino Pennisi. A Siracusa ci sono tante associazioni ma non sempre queste riescono a cooperare, stiamo lavorando in questo senso. Questo è anche il nostro consuntivo, non a caso abbiamo formato un coordinamento delle associazioni più “anziane” cioè quelle che si conoscono meglio e si aiutano, per continuare ad unire, aggregare realtà diverse l’unione fa la forza e per riuscire a raggiungere la città bisogna lavorare compatti e su più livelli, bisogna comunicare meglio e a volte alzare l’asticella proponendo eventi che educhino lo spettatore, non solo i bambini ma anche gli adulti vanno educati”.

Daniela La Runa

Daniela La Runa presidente Centro Antiviolenza Ipazia: “Siamo state felici di dare il nostro contributo al Festival perché l’educazione alla parità di genere è una tappa fondamentale nello sviluppo della personalità di bambine e bambini. Abbiamo proposto due attività, ambedue incentrate sull’educazione al rispetto della parità di genere, nel primo caso rivolta agli adulti, attraverso la storia della lotta per l’indipendenza delle donne, l’altra rivolta ai bambini e alle bambine degli istituti comprensivi, con un gioco che mira all’abbattimento degli stereotipi e dei pregiudizi sui ruoli considerati da “maschio” e da “femmina”. Ovviamente questi non esistono ma in molti casi permangono nell’immaginario collettivo, di fatto relegando ancora le donne, nelle professioni come nella vita, in posizioni subalterne agli uomini”.

Simona Cascio

L’abbattimento degli stereotipi e dei pregiudizi ma di altra natura è anche l’obiettivo dell’Arci, ce ne parla Simona Cascio, presidente Arci Siracusa. “Tra le missioni di Arci vi è la lotta alle discriminazioni nei confronti di persone di origine straniera, per questo motivo è nato il progetto “Sguardi allo specchio”, cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che abbiamo proposto come attività all’interno del Festival dell’Educazione sulle orme di Pino Pennisi. Il progetto ha come obiettivo primario l’educazione delle nuove generazioni al rispetto della diversità attraverso la decostruzione degli stereotipi tradizionali e attuali e la rottura delle credenze determinate dall’ignoranza e dalla paura. Lo abbiamo proposto ai ragazzi e alle ragazze dai 13 ai 18 anni perché crediamo che a loro sia affidata la speranza di un mondo più aperto e più accogliente, più inclusivo e meno ostile. Un progetto simile, ne sono certa, non poteva trovare migliore collocazione che all’interno della 2° edizione del Festival, com’era nelle intenzioni del nostro maestro ed amico PinoPanino che sul terreno dell’integrazione e dell’accoglienza ha lavorato tutta la vita”. 

A tirare le somme in chiusura la portavoce delle Associazioni, Cristina Aripoli: “Prima di tutto desidero ringraziare tutti i volontari e le volontarie che si sono messi in gioco in questa edizione e anche tutti coloro che hanno lavorato dietro le quinte consentendo all’evento di decollare. Mi riferisco a Everyday per gli allestimenti del Festival insieme a Rossana Geraci, poi le Officine, il CSVE che ha dato un piccolo contributo economico, (l’unico avuto dalle associazioni) utilizzato per l’acquisto dei materiali utilizzati per l’evento, Citta Educativa per aver fornito il service e infine tutte le persone che hanno collaborato facendo si che il Festival divenisse un evento importante per tutta la città. Sicuramente c’è tanto ancora da migliorare e sperimentare ancora un po’, dovremmo riformulare ancora molte cose e tra l’altro ci siamo resi conto che la città non è ancora del tutto pronta per recepire il messaggio lanciato da eventi di questo genere. Noi però non molliamo la presa e continueremo a provarci, anche perché durante i vari eventi sono emersi elementi di grande importanza e spessore, prevenzione oncologica, parità di genere e lotta alla violenza sulle donne, alle discriminazioni, incoraggiamento allo sport e al volontariato e molto altro ancora. Temi che ci incoraggiano ad andare avanti con fiducia nelle nuove generazioni e nella loro capacità di stupirci. Sono loro i promotori della spinta che è riuscita ad unirci anche quest’anno e anche se provenienti da realtà associative tra le più diverse ”.

Nadia Germano Bramante

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