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Turismo religioso, nasce in Sicilia rete delle città Jacopee

La proposta lanciata nel corso di una due giorni a Caltagirone dedicata al culto di San Giacomo

Due giorni dedicati al culto di San Giacomo in Sicilia, con l’obiettivo di creare una rete delle città jacopee nella nostra Isola, ma anche scambi turistici tra la nostra regione e la Galizia.

Ieri e oggi, a Caltagirone, storia e tradizione saranno raccontate attraverso dibattiti e una Lectio magistralis di Paolo Caucci von Saucken, presidente del Centro italiano di studi compostellani su: “Senso, valore e memoria del pellegrinaggio a Santiago de Compostela”. La manifestazione si è aperta alle 16,30, nei locali della Corte Capitaniale, con l’inaugurazione della mostra “Roma, Santiago, Gerusalemme”, alla presenza del Governatore Nello Musumeci, del vescovo della Diocesi di Caltagirone, Calogero Peri, di un rappresentante della Xunta de Galicia e alcuni sindaci delle sette città siciliane protette da San Giacomo Maggiore Apostolo: Caltagirone, Capizzi, Comitini, Galati Mamertino, Gratteri, Messina – con le frazioni di Camaro e Itala Marina – e Villarosa. “Rendiamo omaggio – ha detto il presidente Musumeci –  a un’iniziativa di grande valore culturale, religioso e morale. Nel momento in cui le comunità e i popoli rinunciano facilmente al dialogo, qui si cerca, sotto l’egida di san Giacomo il Maggiore, il dialogo con nuove terre e nuove genti che possa creare legami indissolubili”. Il presidente ha poi annunciato che sarà programmata una visita in Galizia nei prossimi mesi con l’obiettivo di formalizzare un’intesa tra le due Regioni unite dal comune protettorato di San Giacomo. “Sicilia e Galizia – ha aggiunto Musumeci – hanno tante cose in comune e vanno individuate. Questi obiettivi vanno consolidati in quello che possiamo chiamare un gemellaggio. In nome di San Giacomo chiederò ai rappresentanti della Galizia, di stipulare un’intesa che sia anche di scambi turistici tra i nostri e i loro neolaureati, di scambi commerciali e dunque anche in termini di crescita economica. Con la Spagna abbiamo alcuni secoli di storia comune, nel nostro dialetto siciliano c’è tanta Spagna così come nella nostra arte. Credo che la terra spagnola sia tra le poche d’Europa che possa considerarsi cugina di primo grado della nostra isola. O forse potremmo definirle figlie di una stessa madre ma di padri diversi”.

C.L.

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