Tragedia nel Mediterraneo: due bambini morti di sete, naufragio al largo della SAR maltese

LAMPEDUSA – Una nuova, straziante tragedia del mare scuote le coscienze e rilancia l’allarme sulla crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale. Due bambini sono morti di sete e un uomo è deceduto per arresto cardiaco, mentre decine di persone lottavano per la sopravvivenza a bordo di un gommone alla deriva, partito tre giorni prima da Zawiyah, in Libia.
A lanciare l’allarme è stata l’ong tedesca Resqship, attraverso il racconto scioccante dell’equipaggio del veliero Nadir, che ieri ha portato a termine una difficile operazione di salvataggio nella zona SAR maltese. A bordo del gommone c’erano 62 migranti, tra cui 17 donne, due neonati e quattro bambini piccoli. Il motore si era guastato due giorni prima, lasciando i passeggeri esposti al sole, al freddo e alla sete.
“Quando abbiamo iniziato i soccorsi, ci sono stati consegnati due corpicini senza vita. Erano morti il giorno prima, probabilmente di sete”, ha raccontato Rania, medico a bordo del Nadir.
Secondo i sopravvissuti, anche una persona era caduta in mare e sarebbe annegata il giorno precedente all’arrivo dei soccorsi. Durante le operazioni di evacuazione, l’equipaggio ha trovato un uomo privo di sensi: per lui non c’è stato nulla da fare, nonostante i tentativi di rianimazione durati oltre mezz’ora.
La Guardia Costiera italiana, già impegnata in altre operazioni, è riuscita a intervenire solo intorno alle 20.45, prendendo in carico i due piccoli deceduti, le loro madri e due persone in condizioni critiche, per trasferirli urgentemente a Lampedusa.
Intanto, a bordo del Nadir, il personale ha dovuto fronteggiare una situazione drammatica: molti dei sopravvissuti riportavano gravi ustioni chimiche provocate dalla miscela tossica di carburante e acqua salata. Le donne, collocate nella zona più bassa del gommone, erano le più colpite. Il team medico ha fornito assistenza per ore, stabilizzando i migranti fino all’arrivo a Lampedusa alle 4 del mattino.
La ong Resqship non ha usato mezzi termini nel commentare l’accaduto:
“Questa tragedia avrebbe potuto essere evitata. I bambini che muoiono di sete sono un fallimento politico imperdonabile. L’Europa continua a chiudere gli occhi, invece di garantire vie legali e sicure per chi fugge da torture, violenze e sfruttamento.”
Quello consumatosi nel Mediterraneo è l’ennesimo episodio che interroga l’Europa sulle sue politiche migratorie. E intanto, nel silenzio, il mare continua a restituire vite spezzate.