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Tomato brown, il virus che danneggia le colture raggiunge nuovi livelli di guardia

"Necessaria controffensiva efficace per fermarne l'avanzata"

(9 febbraio 2021)

Rilanciare una controffensiva per fermare l’avanzata del Tobrfv che continua a fare registrare livelli di presenza preoccupanti tra le colture. E’ l’intento del presidente della commissione Attività produttive all’Ars, on. Orazio Ragusa, che riceve segnalazioni periodiche sul grave stato di salute in cui versano le produzioni siciliane, della fascia trasformata in particolare. “E’ opportuno che, al più presto, l’emergenza agricola – continua l’on. Ragusa – possa essere sottoposta all’attenzione del nuovo assessore Toni Scilla, prendendo spunto dal lavoro già svolto in commissione quando, mesi fa, avevamo riunito attorno allo stesso tavolo i dirigenti generali del dipartimento regionale dell’agricoltura, i dirigenti dei servizi fitosanitari regionali, docenti universitari, i rappresentanti degli Ordini professionali e i rappresentanti delle aziende che operano nel settore. Il piano messo a punto ha subito un brusco rallentamento a causa dell’esplodere della pandemia da coronavirus. Ma ora dobbiamo suonare di nuovo il campanello d’allarme per fare in modo che il Tomato brown rugose fruit virus possa essere contrastato in maniera efficace”.

Che cosa è emerso di recente? In realtà il virus non colpisce solo i pomodori ma anche i peperoni ed è altamente nocivo. Un altro grave problema delle colture intensive è rappresentato dalla presenza di stoppie e materiali plastici. E’ necessario invocare maggiori controlli nella importazione delle sementi in quanto, nonostante tutta la profilassi, non si riesce a prevenire la diffusione degli agenti patogeni che colpiscono le colture siciliane. Tutte le misure preventive sono in realtà inefficaci quando le sementi importate sono già infette. E’ stata ritenuta necessaria la massima collaborazione tra istituzioni e imprenditori agricoli, al fine di divulgare la cultura della prevenzione e del contrasto alla diffusione delle moderne fitopatie che colpiscono le colture. Emerge, però, un problema. Non è infatti ancora stato approntato un sistema di difesa delle coltivazioni dall’aggressione degli insetti alternativo all’uso degli insetticidi. Sono stati testati circa 3mila semi che rappresentano certamente un buon range di analisi e, però, il protocollo per contrastare la diffusione del virus Tomato brown predisposto dal ministero è altamente deficitario. Si tratta di un virus che ha una capacità di trasmissione enorme, essendo peraltro conosciuto da oltre 500 anni.

“Occorre controllare le pratiche dei porti-innesti, l’analisi dei semi, analisi che non possono e non devono essere a carico dei vivaisti – spiega l’on. Ragusa – occorrono tavoli di concertazione contenuti nel numero e agili nell’azione. I protocolli per il contrasto alla diffusione del virus del pomodoro sono già stati sperimentati in Canada con risultati alterni. La Regione Sicilia, comunque, attraverso l’Istituto zooprofilattico, è ai primi posti in Italia per numero di controlli e di materiale infetto intercettato. Auspichiamo che possa essere dichiarato lo stato di calamità naturale anche per tali emergenze fitosanitarie. E che siano predisposti ristori e indennizzi adeguati alla luce delle perdite subite dagli operatori di questa categoria. E, però, dovrà essere un percorso da portare avanti in maniera congiunta con il neoassessore Scilla”.

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