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Ragusa, arrivano dalla Regione 440 mila euro, ma il Comune non ha un regolamento: come, dove e a chi andranno?

Sono l’anticipo del 30% (30 milioni sui 100 annunciati in Sicilia) per combattere l’emergenza virus. E scatta l’allarme, in assenza di regole, vincoli, criteri. La denuncia dai consiglieri di minoranza Chiavola e D’Asta

(17 aprile 2020)

Arrivano i primi soldi (per adesso solo il 30 per cento dello stanziamento) e il Comune di Ragusa non ha un regolamento che stabilisca criteri, norme, procedure e garanzie su come spenderli. Con il rischio di un ‘mani libere’ che non è mai una buona cosa, al di là dell’onestà personale di chi dovrà maneggiarli, sempre da presumere fino a prova contraria.

L’allarme è lanciato dai consiglieri del Pd Mario D’Asta e Mario Chiavola che nei giorni scorsi, sulla scia del deputato all’Ars Nello Dipasquale avevano chiesto dove fossero i soldi promessi in pompa magna. Eccoli – ha risposto Musumeci – ci sono e il 30 per cento è già nelle casse dei Comuni. Complessivamente in Sicilia 30 milioni sui cento totali, a Ragusa quasi un milione e mezzo di cui intanto sono arrivate 440 mila euro.

“Quali saranno – chiedono D’Asta e Chiavola – i criteri con cui il Comune di Ragusa distribuirà queste risorse? E’ da un mese e mezzo – ricordano – che andiamo dicendo queste cose. Ma possibile che l’amministrazione comunale di Ragusa e la presidenza del consiglio comunale, non si riescano a organizzare nella maniera dovuta per far sì che il civico consesso si riunisca utilizzando il sistema della conference call? Sembra davvero inverosimile. E, in ogni caso, quello che è necessario, in questa fase, è la definizione del percorso utile per stabilire quali devono essere i criteri per l’attribuzione delle somme in questione. Intanto prendiamo atto, e il sindaco lo certifichi, che, rispetto alle risorse economiche promesse, è in arrivo soltanto il 30%, vale a dire circa 440.000 mila euro. E tutto ciò dopo oltre un mese. Quindi, il Comune dovrebbe ancora ricevere il 70% di queste somme, vale a dire oltre un milione di euro. Vedremo quanto altro tempo ci vorrà. Occorre, però, predisporre uno specifico regolamento, individuando i requisiti, stabilendo se ci dovranno essere graduatorie e tutto ciò che serve per far sì che l’attribuzione delle suddette risorse economiche possa essere effettuata nella maniera migliore. E se poi, nonostante le buone intenzioni e le belle parole, arrivano segnalazioni di realtà condominiali che si dicono allarmate per il fatto che entro la fine del mese devono pagare ingenti somme riguardanti il canone idrico, allora c’è davvero più di qualcosa che non funziona e che merita di essere registrata. Ma non doveva essere tutto, o quasi, sospeso? Così aveva affermato il sindaco. Ed ecco perché l’unico luogo in cui ci si può confrontare su queste e altre tematiche del genere è il consiglio comunale. E’ chiaro che, con riferimento alla stesura del regolamento, siamo arrivati in ritardo perché, nonostante l’amministrazione comunale sia da noi stata compulsata più volte a tal riguardo, non ha ritenuto opportuno muovere un solo passo lungo questa direzione. E, adesso, che cosa si farà? Come si interverrà? Come saranno distribuite queste risorse”.

I due consiglieri di minoranza chiedono quindi che il civico consesso “svolga il proprio ruolo di controllo, vigilanza e trasparenza da una parte, e di proposta dall’altro” e “che, in tempi celeri, si definisca lo strumento del regolamento online che, secondo noi, è l’unico possibile per fornire garanzia di equità a tutta la cittadinanza che ha bisogno”.

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