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Papa Francesco a Palermo si rivolge ai mafiosi: “Fratelli e sorelle convertitevi!”

Il Santo Padre in Sicilia in occasione del 25° anniversario della morte di Padre Puglisi

Papa Francesco a Palermo ha trovato migliaia di fedeli ad attenderlo. Assiepati lungo il percorso che dal porto del Capoluogo conduce al Foro Italico, migliaia di siciliani hanno atteso sotto il caldo sole di settembre il passaggio della “papamobile” con a bordo il Santo Padre.

Urla di entusiasmo e preghiere hanno sottolineato il passaggio dell’auto bianca scoperta con il Pontefice che benediceva la folla. Poi il Foro Italico, il prato del lungomare di Palermo. Erano attesi ottantamila fedeli per la messa della mattina, ma alla fine il numero delle persone assiepate davanti all’altare ha superato le centomila unità. Molti sono stati costretti a rimanere lontani dalla zona nella quale si svolgeva l’evento, hanno potuto, comunque, seguirlo grazie ai maxi schermo montati ai margini del prato.

Poi il momento tanto atteso, l’omelia di Papa Francesco dedicata a don Pino Puglisi nel 25° anniversario del suo martirio per mano mafiosa.

Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno don Pino Puglisi “corono’ la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: ‘c’era una specie di luce in quel sorriso’. Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore“.

“Oggi siamo chiamati a scegliere da che parte stare: vivere per sé o donare la vita – ha proseguito il Santo Padre -. Solo dando la vita si sconfigge il male. Don Pino lo insegna: non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli antimafia, e nemmeno si accontentava di non far nulla di male, ma seminava il bene, tanto bene. La sua sembrava una logica perdente, mentre pareva vincente la logica del portafoglio. Ma padre Pino aveva ragione: la logica del dio-denaro è perdente. Guardiamoci dentro. Avere spinge sempre a volere: ho una cosa e subito ne voglio un’altra, e poi un’altra ancora, sempre di più, senza fine. Più hai, più vuoi: è una brutta dipendenza” – ha continuato il Santo Padre.

Nella sua omelia dedicata a padre Puglisi il Pontefice ha parlato anche del dramma dei migranti e della solidarietà, ma è stato quello dedicato alla criminalità mafiosa il passaggio più seguito e che ha suscitato più emozione.

Non si può credere in Dio ed essere mafiosi.Chi è mafioso non vive da cristiano.Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore – ha detto Papa Francesco in un crescendo -. Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non di uomini di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Se la litania mafiosa è: “Tu non sai chi sono io”, quella cristiana è: “Io ho bisogno di te”. Se la minaccia mafiosa è: “Tu me la pagherai”, la preghiera cristiana è: “Signore, aiutami ad amare”. Perciò ai mafiosi dico: cambiate, fratelli e sorelle! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo! Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte” – ha severamente ammonito il Papa.

Dopo l’omelia del Pontefice una sessantina di sacerdoti e 240 ministri straordinari hanno distribuito ai fedeli 50mila ostie consacrate. Alla fine della funzione un unico grande applauso ha salutato la partenza del Santo Padre per le altre tappe della sua visita a Palermo.

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