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Opere pubbliche: timidi segnali di ripresa negli ultimi otto mesi

A comunicarlo è l’Ance Sicilia e il periodo di osservazione riguarda i mesi da gennaio ad agosto

(23 ottobre 2018)

In Sicilia, malgrado le storiche difficoltà presenti nel settore e il complesso sistema di aggiudicazione al massimo ribasso introdotti dal Codice nazionale degli appalti, si sono registrati piccoli segnali di ripresa nel mercato delle opere pubbliche. In particolare, nei primi otto mesi del 2018, si è registrata una ripresa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Stando alle anticipazioni delle elaborazioni dell’Osservatorio di Ance Sicilia, l’insieme dei bandi pubblicati da tutte le stazioni appaltanti, nazionali e regionali, ha prodotto 865 gare contro 845 (in lieve ripresa con 20 incanti in più, pari al +2,37%) per un importo complessivo di 860 milioni di euro (erano stati 854 da gennaio ad agosto dell’anno scorso, +0,62%).

Ciò nonostante, salta all’occhio come, a livello regionale e degli enti locali, le stazioni appaltanti abbiano compiuto quasi un raddoppio e siano riuscite a recuperare il pesante crollo del 2016 e del 2017, riportandosi ai livelli del 2015: 137 gare (+82,67%) per 194 milioni di euro (+73,13%) sempre rispetto alle stesso periodo del 2017. Va, comunque, notato che nel 2007, anno di inizio della crisi, le stazioni appaltanti regionali avevano bandito 818 gare per 890 milioni.

Questa mattina, il Comitato di Presidenza, riunito per l’occasione, ha valutato con interesse l’approvazione, da parte della Giunta regionale, del ddl che, nell’intento di migliorare la norma nazionale che si è rivelata tanto dannosa, riforma il metodo di aggiudicazione delle opere pubbliche, estendendo il criterio del minor prezzo con l’esclusione automatica delle offerte anormalmente basse a tutte le opere di importo inferiore o pari alla soglia comunitaria di 5.548.000 euro, ed introducendo un metodo di calcolo antiturbativa della soglia di anomalia delle offerte che è non predeterminabile ed è il più valido e trasparente possibile per sbloccare la pubblicazione dei bandi, interrompere la serie crescente di ribassi eccessivi e arrestare la dilagante concorrenza sleale nella partecipazione alle gare.

Nella foto il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone

“Auspichiamo – ha dichiarato il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone – che l’Ars approvi subito il disegno di legge, affinché possa essere preso a riferimento dal governo nazionale come modello innovativo e di legalità. Infatti, il vicepremier Matteo Salvini, intervenendo all’assemblea nazionale dell’Ance, ha promesso la modifica del Codice nazionale degli appalti entro novembre, e sono certo che terrà conto della riforma anticipata dalla Sicilia e che la sosterrà. È stato, infatti, dimostrato dall’esperienza che il criterio previsto attualmente dal Codice nazionale degli appalti, strenuamente difeso dal precedente governo nazionale, è sbagliato, colpisce il sistema sano delle imprese ed è inapplicabile ad un Paese che voglia garantire trasparenza, leale concorrenza e contrasto alle imprese illegali”.

Cristina Lombardo

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