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Mega impianto eolico offshore nel mare delle Egadi

Dipasquale: "La Sicilia subisce senza avere nulla in cambio"

(18 gennaio 2022 – impianto eolico)

Si è svolta questa mattina, su richiesta del parlamentare regionale del Partito Democratico, on. Nello Dipasquale, l’audizione in Commissione V – Cultura, Formazione e Lavoro degli assessori regionali per i Beni culturali e per il Territorio e l’Ambiente in merito alla realizzazione di un impianto eolico offshore nel canale di Sicilia, più precisamente nel mare delle Egadi. Si tratterebbe di un parco eolico composto da 190 aerogeneratori alti 150 metri con pale da 125 metri, distanti l’uno dall’altro circa 3 chilometri e suddivisi in tre sottocampi, due da 62 elementi e uno da 66, con fondazioni galleggianti ancorate al fondale, occupando un’area di 2422 kmq. Il parco eolico, presumibilmente tra i più grandi – se non il più grande – del mondo, se realizzato disterà 27 chilometri da Marettimo, 49 chilometri da Favignana e 63 da Marsala, e sarà connesso alla rete elettrica nazionale tramite dei cavi sottomarini che si stenderanno per 200 km.

“Un progetto enorme – ha commentato Dipasquale durante la seduta dell’organo parlamentare – che prevede una spesa di ben 9miliardi di euro che però non porterà proprio nulla alla Sicilia! Un intervento – spiega – che servirà solamente a fare in modo che la Sicilia dia il proprio contributo alla decarbonizzazione e alla transizione ecologica. Siamo alle solite: c’è da costruire un impianto eolico offshore, il più grande del mondo, e dove si decide di farlo? Vicino Capri? Alle Tremiti? Nell’area de La Maddalena? Forse Ventotene? Macché, figuriamoci! Il mare delle Egadi, in Sicilia, mi pare ovvio. Come sempre è accaduto, la nostra isola subisce: è successo con la raffineria di Priolo, con Gela, Milazzo…. La Sicilia ha subito senza avere nulla in cambio, solo disastri ambientali. Nel caso dell’offshore eolico non avrà neanche l’energia elettrica, visto che verrà immessa direttamente nella rete nazionale”.

“Inoltre – continua – l’area dell’intervento ricade a pochissimi chilometri dalle secche più importanti di tutto il Mediterraneo: il banco Skerki, il banco Talbot, il banco Silvia. Questi sono dei veri e propri monumenti ambientali, secche che arrivano quasi a pelo d’acqua e che rappresentano un patrimonio ambientale immenso. Il banco Skerki, inoltre, quello più vicino in assoluto all’area di intervento, è un vero e proprio scrigno di archeologia subacquea perché è considerato il cimitero delle navi romane che percorrevano la rotta per Cartagine e lì principalmente avvenivano i naufragi e le navi affondavano. Insomma, è come se si volesse costruire a terra un immenso campo eolico davanti ai siti archeologici più significativi. Ve lo immaginate cosa vorrebbe poter dire un impianto simile nei pressi di Selinunte o Kamarina?”.

“C’è da stupirsi, inoltre – dichiara ancora Dipasquale – che davanti a questa prospettiva il silenzio delle istituzioni sia totale. Nessun grido d’allarme, nessuno che intervenga per la tutela del mare e dei suoi tesori ambientali, ittici, archeologici. Ci si nasconde dietro la scusa della competenza romana. Mi auguro – conclude il parlamentare dem – che il mio intervento oggi in Commissione, che ha interrotto il silenzio che c’è stato fino ad ora, possa mettere in moto il presidente della Regione e tutto il Governo affinché in tutte le sedi opportune giunga deciso il nostro “no” a tutela di questo immenso patrimonio”.

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