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La droga in Sicilia arriva da mare

Il Mediterraneo restituisce chili e chili di droga e a volte anche cadaveri

La droga in Sicilia arriva attraverso il Mediterraneo. Sulle spiagge del messinese la Guardia di Finanza ha recuperato 600 panetti di hashish, per un totale di 30 kg, abbandonati sul litorale del Comune di Torrenova. Negli ultimi mesi le segnalazioni si sono susseguite dalle coste di Agrigento a Trapani, fino a diverse località della provincia di Messina. Quello di oggi è il terzo ritrovamento nel giro di pochi giorni. Questi ritrovamenti dimostrano, ancora una volta, che il Mediterraneo è il crocevia per i corrieri della droga, ma a volte qualcosa va storto e lo stupefacente si perde strada facendo (forse per contrasti tra corrieri o se ne sbarazzano per sfuggire alle forze dell’ordine o ancora per incidenti di percorso) e alle volte, oltre la droga, spunta anche qualche cadavere. E sono diversi i morti senza un nome trovati nei litorali siciliani. Basti pensare ai cadaveri restituiti dal mare tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 tra il palermitano e il messinese. I due indossavano la tuta da sub e avevano vistosi tatuaggi che il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio ha deciso di mostrare nella speranza che qualcuno potesse riconoscerli.

Uno dei cadaveri aveva questo tatuaggio

A questi si aggiunge il rinvenimento di altri due cadaveri in mare: uno il 14 dicembre nel porto di Messina e l’altro il 20 gennaio a Licata, in provincia di Agrigento. Tragedie su cui hanno indagato cinque procure. Insieme a quei cadaveri, rimasti senza un nome, anche il ritrovamento, nello stesso periodo di 170 chili di stupefacenti. Anche nel ragusano sono stati trovati cadaveri che ancora oggi non hanno un nome che si aggiungono alla tragedia dei migranti morti nelle traversate.

Il 22 giugno del 2019, a circa 14 miglia dalla costa ragusana, tra Pozzallo e Marina di Ragusa, venne recuperato il corpo di un uomo in evidente stato di decomposizione. Dai primi rilievi antropometrici e biologici effettuati si accertavano le fattezze di una persona caucasica di circa 60 anni. Una settimana dopo, da Gela, la notizia della scoperta, sulla spiaggia di contrada Roccazzelle, di un altro cadavere destinato, anche questo, a rimanere anonimo. È esattamente il primo di luglio. Dai rilievi scientifici anche questo cadavere era riconducibile ad un uomo senza testa, senza gambe e con un solo braccio. La vittima indossava un giubbotto nero con cappuccio ed era in avanzato stato di decomposizione. L’ultimo ritrovamento noto e misterioso nelle coste ragusane risale invece al 15 novembre 2019 quando, nella spiaggia di Scoglitti, frazione di Vittoria, è stato rinvenuto il cadavere che sembra essere quello di una donna. A questi corpi non è mai stato dato un nome, e intanto il Mediterraneo continua a restituire droga e cadaveri.

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