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Inquinamento nel “Quadrilatero della morte”: sequestrati gli impianti Versalis, Sasol e i depuratori Tas e Ias

Già nel 2017 nel mirino della magistratura erano finite le emissioni provenienti dalle raffinerie, Esso di Augusta e gli impianti di Isab Nord e Sud della Lukoil a Priolo

(22 febbraio 2019)

Avrebbero emesso nell’aria, per lungo tempo, sostanze inquinanti e moleste. Sotto accusa per inquinamento ambientale in concorso, gli stabilimenti di VERSALIS s.p.a. di Priolo e SASOL s.p.a. di Augusta, e i depuratori TAS di PRIOLO SERVIZI s.c.p.a. di Melilli e IAS s.p.a. di Priolo Gargallo, questi ultimi, in particolare, per aver operato per anni privi della necessaria autorizzazione AIA (il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni di conformità ai requisiti di legge). Queste le conclusioni a cui sono giunti i consulenti tecnici, nominati dalla Procura della Repubblica di Siracusa, a supporto delle indagini avviate nel 2016 dai PM Margherita Brianese, Davide Lucignani e Marco Di Mauro, coordinati dall’allora Procuratore Francesco Paolo Giordano, in seguito ad una serie di esposti e denunce piovute nel tempo in Procura o segnalate alle forze dell’ordine e altri organi preposti al controllo della qualità dell’aria.

L’attività investigativa, continuata nel 2017 con il coordinamento del Procuratore della Repubblica, Fabio Scavone e diretta dai Sostituti Procuratori, Tommaso Pagano, Salvatore Grillo e lo stesso Davide Lucignani, ha portato ora all’esecuzione di un ulteriore decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP presso il Tribunale di Siracusa Luisa Intini ed eseguito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa e dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa, unitamente al N.O.E. di Catania e all’ASP di Siracusa, a carico dei quattro insediamenti industriali insistenti nel Polo Petrolchimico siracusano. Nel dettaglio, quanto rilevato dalle analisi dei tecnici della Procura evidenzia concentrazioni stabilmente elevate delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di San Cusumano, Ciapi e Priolo centro, picchi elevati di concentrazioni delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di Melilli, Siracusa e Augusta, e mancata utilizzazione delle “migliori tecniche disponibili” da parte dei responsabili degli stabilimenti. In altre parole, gli elementi raccolti dagli inquirenti confermerebbero non soltanto che la qualità dell’aria nel territorio interessato si sia fortemente degradata, (nel confronto tra i comuni della provincia di Siracusa, i territori di Priolo Gargallo, Augusta e in parte Melilli, registrano una qualità dell’aria nettamente inferiore rispetto agli altri), ma anche che il permanere di questa situazione di grave inquinamento nel cosiddetto “Quadrilatero delle morte”, che comprende anche il territorio del comune di Augusta, si sarebbe potuta evitare se le aziende in questione avessero adottato le necessarie misure per allineare le proprie emissioni alle prestazioni relative alle Mtd (Migliori tecnologie disponibili).

Come già accaduto nel 2017, quando nel mirino della magistratura finirono le emissioni provenienti dalle raffinerie Esso di Augusta e dagli impianti di Isab Nord e Sud della Lukoil a Priolo, il provvedimento, emesso in data odierna nei confronti degli stabilimenti Versalis di Priolo, Sasol di Augusta e dei depuratori Tas di Priolo Servizi di Melilli e Ias di Priolo Gargallo, è di carattere preventivo. Gli impianti sottoposti a sequestro manterranno la continuità di esercizio, ma i gestori dovranno impegnarsi a produrre, entro 90 giorni, un programma di rientro dei limiti delle emissioni in atmosfera e il versamento di una garanzia fideiussoria pari al costo delle opere di adeguamento che dovranno essere completate entro i prossimi 12 mesi. Questa di oggi è una prima tappa che riguarda un comprensorio, quello di Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa, di una complessità estrema – ha spiegato il Procuratore Scavone – perché parliamo di problemi che riguardano l’inquinamento atmosferico, marino, terrestre e il problema della dismissione degli impianti industriali, tutti aspetti che andranno indagati e di cui l’indagine presentata oggi rappresenta il primo passo”.

Il Procuratore Fabio Scavone

Nell’ambito dell’operazione, denominata “No Fly”, risultano indagati: Paolo Zuccarini, direttore di Versalis; Sergio Corso, Salvatore Mesiti e Guglielmo Arrabito, rispettivamente i tre direttori succedutisi in Sasol nel periodo dei fatti; Giuseppe Lo Faso, presidente e amministratore delegato di Priolo Servizi e il direttore tecnico Domenico Longhitano; infine Donato Infantino direttore tecnico e il vice Michele Gerone per Ias; inoltre i presidenti del cda, la ex Maria Rosaria Battiato e l’attuale Maria Grazia Elena Brandara e i consiglieri di amministrazione Pietro Romano, Luigi Scalisi, Fabrizio Siracusano, Giancarlo Metastasio, Gianluca Gemelli, Sebastiano Bongiovanni, Maria Laura Galvano, Salvatore Magro e Salvatore Pasqualetto.

Nadia Germano Bramante

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