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Donnafugata Resort, la favola trasformata in un incubo e i silenzi della politica

E’ Andrea La Rosa, presidente provinciale Mpsi, a evidenziare che cosa non va e a rilevare la necessità di avviare una sorta di monitoraggio

(12 maggio 2022 – Donnafugata Resort, la favola trasformata in un incubo e i silenzi della politica)

“Ho letto con attenzione, nei giorni scorsi, la ricostruzione dell’assurda vicenda che riguarda il Donnafugata resort, favola trasformatasi in un incubo. Al di là degli aspetti di carattere privato, non possiamo fare a meno di rilevare che, per questa struttura, che dava lavoro a duecento famiglie della nostra provincia, sono stati investiti 19,4 milioni di euro di fondi pubblici provenienti da Invitalia. E, adesso, che cosa abbiamo? Il territorio ibleo registra l’ennesimo fallimento a discapito dell’economia e dell’indotto turistico provinciale. Un peccato e tanta amarezza. Un pugno di mosche in mano e una realtà alberghiera di prestigio che, di fatto, non esiste più e rispetto a cui non si riesce a trovare la quadratura del cerchio perché tali e tante sono le questioni finanziarie irrisolte che difficilmente, almeno in questa fase, si potrà trovare un compratore, per non parlare delle tante liti pendenti tuttora in corso e che impediscono la migliore fruibilità del sito”. E’ Andrea La Rosa, presidente provinciale Mpsi e candidato alle prossime elezioni regionali, a evidenziare che cosa non va sul caso Donnafugata Resort e a rilevare la necessità di avviare una sorta di monitoraggio su quanto accaduto. “A che cosa può servire la politica in questo caso? – si chiede La Rosa – di certo può darsi da fare per scandagliare l’accaduto, monitorare, insomma, le difficoltà di una vicenda che non merita il silenzio dei politici e delle istituzioni. E poi i Comuni delle aree interessate, da quello di Ragusa all’ente locale di Vittoria, potrebbero formare un fronte comune per cercare di valutare sino a che punto questa realtà turistica è compromessa, fino a che punto non esiste alcuna speranza per il futuro”.

Prosegue: “Sarebbe buona norma, da parte degli enti locali territoriali e delle loro amministrazioni, creare le premesse per far sì che possano essere attivate delle buone pratiche in grado di garantire occasioni di crescita e di sviluppo e, poi, da queste andare alle vere e proprie opportunità occupazionali. Purtroppo, su questa vicenda, da parte della politica, è come se fosse calato un velo. Come se fosse soltanto una vicenda privata. Mentre sappiamo che le ricadute riguardano tutti. E questo non va bene perché si rischia di peggiorare ulteriormente il rendimento della ricettività turistica del nostro territorio che, al momento, dopo due anni di pandemia, tra l’altro, sta cercando gli stimoli giusti per ripartire. Speriamo che qualcosa si muova. E si muova lungo un’adeguata direzione”.

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