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Da studente a infermiere in prima linea contro il Covid, Mattia Mormina: “ho visto no vax pentiti”

Due anni fa il giovane infermiere sciclitano era alle prese con uno dei primi cluster Covid scoppiato nella Casa dello Studente a Viterbo

(20 gennaio 2022 – infermiere – Covid)

Era il 2020 e lui era un giovanissimo laureando alle prese con uno dei primi cluster Covid scoppiato nella Casa dello Studente a Viterbo, dove molti giovani universitari, furono costretti alla quarantena. Oggi lo sciclitano Mattia Mormina, 24 anni, è un infermiere (già laureato ed iscritto alla specialistica) in prima linea, da due anni impegnato in corsia nella lotta contro il Covid-19. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare presso l’ospedale Belcolle di Viterbo affrontando, nel reparto di Medicina Covid, il picco della pandemia. Con l’emergenza scemata, Mattia ha lavorato in altri reparti come Oncologia ed Ematologia, ma con il ritorno prepotente del virus spinto dalla variante Omicron, da qualche tempo è tornato di nuovo a lavorare nei reparti Covid. In quel reparto Mattia ha visto tante persone soffrire ed è per questo che respinge totalmente le teorie dei no vax. «Se oggi abbiamo tanti contagi e meno ricoverati – ci dice- è perché i vaccini ci hanno dato una grossa mano. Per comprenderlo basta vedere i numeri delle ospedalizzazioni. Inoltre posso assicurare che la stragrande maggioranza delle persone che sono costrette al ricovero per via del Covid-19, sono non vaccinate, mentre generalmente i ricoverati positivi vaccinati sono anziani che hanno anche altre patologie».

Per quanto riguarda i no-vax Mattia aggiunge: «Penso che molte di queste convinzioni siano alimentate dall’informazione che gira sul web. È difficile far capire alle persone che rifiutano i vaccini come stanno seriamente le cose, se ne rendono conto solo quando ci sono dentro». Rispetto a questo, Mattia Mormina racconta di aver sentito tante storie, dai colleghi, di persone che hanno capito l’importanza del vaccino solo dopo essere finite in ospedale. «Io stesso – afferma ancora Mattia- ho visto persone veramente pentite di non aver ricevuto il siero anti-Covid dopo aver provato cosa significa stare in ospedale con seri problemi respiratori. Proprio ieri (lunedì per chi legge) abbiamo assistito alla scena di una signora 70enne positiva finita in reparto, ma i familiari, sanitari no vax, volevano portarla via perché sostenevano che a casa sarebbe stata più sicura. Lei alla fine si è affidata a noi». Da qui, l’appello del giovane Mattia a chi ancora non crede nell’efficacia dei vaccini: «Vaccinatevi – dice- vedo molte persone, soprattutto giovani come me, che rifiutano la somministrazione, bisogna credere alla scienza, se oggi si sono fatti enormi passi avanti è proprio grazie alla ricerca e al progresso della scienza. Vaccinarsi è l’arma più potente che abbiamo per combattere il coronavirus».

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