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Covid, dal 15 ottobre tutti a lavoro col Green pass

Via libera unanime al nuovo provvedimento. Draghi: "serve per continuare ad aprire il Paese"

(17 settembre 2021 – lavoro – green pass)

Dal prossimo 15 ottobre, in Italia, senza il Green pass non si potrà entrare in nessun luogo di lavoro, pubblico o privato. Il premier Mario Draghi estende l’obbligo a oltre un terzo degli italiani. Con una stretta accompagnata da controlli e sanzioni, ma solo allo scopo – spiega ai suoi ministri – di “continuare ad aprire il Paese” ed evitare nuove chiusure. Il via libera del governo è unanime, a dispetto dei malumori di Matteo Salvini e di una parte della Lega. L’obiettivo è dare alla campagna vaccinale la spinta necessaria a raggiungere entro la metà di ottobre l’80% della popolazione. Ai lavoratori, ma anche ai sindaci, ai governatori, ai vertici istituzionali, viene dato un mese per adeguarsi, con la prima dose di vaccino. Poi dalla metà di ottobre per accedere ai luoghi di lavoro se non vaccinati o guariti dal Covid dovranno fare un tampone ogni 48 ore (72 ore se molecolare), altrimenti incorreranno nella sospensione dal lavoro o dallo stipendio e in multe fino a 1500 euro.

Il via libera al “super Green pass” arriva dopo una lunga discussione nella cabina di regia del governo, dopo un confronto con le Regioni e un’ora di esame delle norme in Consiglio dei ministri. Non passa la richiesta dei sindacati e della Lega di tamponi gratis per tutti i lavoratori non vaccinati, ma varranno solo per gli esonerati dal vaccino e le farmacie (con sanzioni per chi non si adegua) saranno obbligate ad applicare prezzi calmierati per tutti gli altri. Giancarlo Giorgetti porta il sì della Lega al nuovo decreto e ottiene il via libera a una norma – approvata in serata come emendamento in commissione alla Camera – per estendere la validità dei tamponi molecolari a 72 ore.

E poi per i mancati controlli dei datori di lavoro multe da 400 a 1000 euro, per le violazioni dei lavoratori da 600 a 1500 euro. La discussione tra i ministri si anima sul tema dello smart working: cosa fare per evitare che un No vax chieda di essere sempre esentato dal lavoro in presenza? Nel pubblico si tenderà a tornare in ufficio, spiega Brunetta, mentre Orlando osserva che nel privato le regole saranno riviste con accordi tra le parti. Qualche tensione poi si registra sulla richiesta del ministro Dario Franceschini di eliminare da subito i limiti di capienza per cinema e teatri, dal momento che si entra col Green pass. Il botta e risposta con il collega Roberto Speranza si ripete in cabina di regia e in Cdm (ma Speranza nega che si tratti di uno scontro).

Il ministro della Salute sostiene che non si possa procedere prima di aver visto come andranno i contagi a fine mese, quando si vedrà l’impatto della riapertura delle scuole. Franceschini insiste, ma Draghi sposa la linea di Speranza: entro il 30 settembre il Cts si pronuncerà sul distanziamento in tutti i luoghi chiusi, anche quelli di lavoro, poi il governo valuterà se cambiare le regole, per gli eventi – l’orientamento appare favorevole – ma eventualmente anche nelle fabbriche. Giorgetti ottiene che si valuti anche la riapertura delle discoteche (cavallo di battaglia leghista) e chiede che per i lavoratori sospesi i datori non paghino i contributi previdenziali.

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