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Caro carburante, LAAIS: ad incidere sul prezzo finito più l’Iva al 22% che le accise

Andreoli: "chi davvero crede che riducendo o eliminando le accise, il carburante possa subire fluttuazioni, è un illuso"

(16 marzo 2022 – Caro carburante)

La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani L.A.A.I.S. rappresenta, al momento, la voce “fuori dal coro” rispetto alle posizioni di sindacati e associazioni di categoria, che inneggiano allo sciopero e alle riunioni romane come soluzione per ridurre il costo del gasolio, vera e propria speculazione, che nulla ha a che vedere con la crisi russa. “Chi davvero crede che riducendo o eliminando le accise, il carburante possa subire fluttuazioni, è un illuso” – afferma la Presidente di L.A.A.I.S. Tania Andreoli. “In primo luogo, le accise sono sempre state solo e soltanto un biglietto da visita elettorale. Recentemente alcuni parlamentari, a cui non interessa molto della grave recessione del Sud, promisero la loro eliminazione, per la quale occorre necessariamente una manovra di bilancio ed un iter parlamentare tortuoso, per cui è pura utopia la loro eliminazione in questa fase”. La L.A.A.I.S. fa presente come il tributo indiretto a riscossione mediata che si applica a beni quali carburanti, elettricità, alcolici, sigarette e fiammiferi, pagato dal produttore o dal commerciante che trasferisce l’onere al consumatore finale, non è la voce che incide maggiormente sul prezzo finito.

Le 18 accise sul carburante introdotte tra il 1956 e il 2014 – spiega il Vice Presidente Giuseppe Neri pesano, a marzo 2022, per 0,728 Euro sul presso della benzina e 0,617 su quello del diesel, per cui siamo veramente lontani dalla risoluzione del gasolio gate.” La L.A.A.I.S. evidenzia come ad incidere realmente sul prezzo finito del carburante siano un’Iva al 22% che andrebbe ridotta drasticamente, come accade negli altri Paesi europei (ROMANIA 19%) tenuto conto che pure le accise sono ivate, il prezzo del petrolio, deciso interamente dal PLATTS di Londra, un’agenzia che non dovrebbe nemmeno esistere, infine il margine lordo destinato alla distribuzione che, seppur basso e in negativo, è influenzato dal costo della materia prima.

Come uscirne? Semplice, intervenendo sulla tassazione, che è la vera piaga di questo Paese, per come è gestita e strutturata – concludono Presidente e Vice Presidente – e riattivando le nostre piattaforme che, da sole, valgono 9 miliardi di metri cubi di gas metano e sono volutamente lasciate dormienti. Occorre anche una politica estera di spessore, che non c’è ma non può più attenderte”.

La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani invita alla ragionevolezza colleghi e rappresentanze sindacali, rinunciando ad un fermo strumentalizzato dalla politica nazionale e che, non soltanto non risolverà i reali problemi della categoria, ma contribuirà a far lievitare i prezzi del carburante e dei beni di prima necessità, colpendo duramente la filiera, in particolare produttori agricoli e commercianti, oltre che gli autisti dipendenti, una categoria sempre più dimenticata e sfruttata. Una guerra tra poveri, in pratica, e una voluta spaccatura del tessuto sociale.

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