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Blocco autotrasportatori siciliani, supermercati vuoti e cibo buttato

A rischio le colture agricole del Sud-Est, dai settori ortofrutticoli e florovivaistici del Ragusano ai comparti agrumicoli del Siracusano e del Catanese

(24 febbraio 2022 – blocco autotrasportatori)

Il blocco degli autotrasportatori siciliani inizia a far sentire pesanti effetti sulla distribuzione dei prodotti in Sicilia. La regione da dove è partita la protesta dei camionisti, anche per la natura insulare del territorio, è quella che fa registrare il maggior impatto negativo a livello economico-sociale. In Sicilia vi sono già casi di scaffali vuoti nei supermercati, cibo buttato, ma soprattutto vi sono a rischio le colture agricole del Sud-Est dell’Isola. Si tratta dell’area che ha l’agricoltura più dinamica dell’Isola, dai settori ortofrutticoli e florovivaistici del Ragusano ai comparti agrumicoli del Siracusano e del Catanese (patria delle arance rosse).

Sulla protesta è intervenuto anche l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico, commentando la presenza del Presidente della Regione alla protesta. “La presenza di Musumeci ieri al casello di San Gregorio si è concretizzata nell’ennesima passerella politica in una Sicilia devastata da una crisi che colpisce a catena più settori: a cosa serve promettere 10 milioni di euro se non si pensa a fermare subito la protesta assicurandosi che a Roma, dove si prendono le decisioni economiche del Paese, non si sia aperto immediatamente il tavolo di confronto? Solo a legittimare la protesta che danneggia ulteriormente l’agricoltura e la zootecnia siciliane per le quali si perde tempo prezioso per la commercializzazione di prodotti deperibili, dagli ortaggi alla carne e al latte. Infatti, la reazione di chi protesta è stata tutt’altro che soddisfatta. Dal Presidente della Regione Siciliana ci saremmo aspettati un’azione diversa, che non si limitasse a chiedere incontri ministeriali rimanendo in attesa di una risposta, ma capace di interrompere subito il blocco in Sicilia. Musumeci avrebbe dovuto chiedere agli autotrasportatori di interrompere il blocco per non danneggiare ulteriormente il tessuto produttivo siciliano, ed egli stesso avrebbe dovuto volare nella capitale presidiando il tavolo di confronto e guidando, questa volta sì, la protesta. Perché, e questo va ribadito, – conclude – si tratta di rivendicazioni giustissime che vanno sostenute. Purtroppo siamo ormai abituati alle azioni slogan di Musumeci, solo lui ancora non si è stancato”.

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