Identità Spadafora

Amministrazione

SINDACO

Tania Venuto

In carica dal: 29/04/2019

Deleghe:

Lavori Pubblici – Manutenzione – Protezione Civile – Prevenzione e Sicurezza dei Cittadini – PRG – Programmazione Urbanistica – Edilizia Privata – Centro Storico – Arredo Urbano e Verde Pubblico – Gestione Personale Dipendente e non

Sito istituzionale

www.comune.spadafora.me.it

Spadafora, Terra di principi

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Il nome deriva da quello di un nobile casato a cui le sorti della zona sono state a lungo legate. Gutierrez Spadafora nel 1737 fondò il borgo, anche se insediamenti in quest’area sono molto più antichi. La zona costiera, infatti, con ogni probabilità fu frequentata già dai Fenici, ma è con i Greci che il contado divenne un importante centro agricolo. Subì, in seguito, le stesse dominazioni che si avvicendarono sull’isola. Il periodo più fiorente per Spadafora fu senza dubbio quello arabo, quando fu arricchita da un efficiente sistema di irrigazione basato su acquedotti che portavano l’acqua dei torrenti nei campi coltivati ed, inoltre, avviò scambi commerciali con il Nord Africa e l’Oriente. Seguì l’epoca feudale ed il dominio dei Normanni, degli Angioini e degli Aragonesi. Nel frattempo quella che era già diventata una baronia conquistò il titolo di principato per iniziativa dei principi Spadafora. Quando i regnanti si trasferirono a Palermo, allora luogo preferito dalla nobiltà sicula, l’ampio territorio venne affidato ai gabelloti (gli affittuari dei fondi, che spesso li appaltavano a terzi gravando il contadino di un ulteriore costo dato dall’intermediazione), con conseguenze nefaste per l’agricoltura e per la vita sociale. Con ogni probabilità Spadafora si costituì comune autonomo nel 1817; di rilievo, nello stesso secolo, è la partecipazione della cittadinanza ai moti risorgimentali del 1848. Nel 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi, giovani volontari della cittadina parteciparono alla grande battaglia di Milazzo del 20 luglio 1860, che aprì la via all’Unità d’Italia.

Emblema della città è l’antico castello, la cui struttura attuale si fa risalire alla seconda metà del XV secolo; probabilmente in origine era soltanto una torre di avvistamento, avamposto del castello sede del feudatario, situato in collina. La tradizione locale vuole che un condotto sotterraneo mettesse in comunicazione le due fortificazioni, permettendo il passaggio di soldati e prigionieri. Quasi certamente la torre fu ampliata o ricostruita intorno al 1500 dall’architetto fiorentino Camillo Camilliani, divenendo quel castello di cui rimane oggi solo la parte centrale. L’edificio è stato restaurato a cura della Sovrintendenza per i Beni Ambientali di Catania e successivamente dalla Sovrintendenza di Messina, dopo l’acquisizione da parte della Regione Sicilia. Di notevole interesse anche la chiesa di San Giuseppe, patrono della città, del XVI secolo.

In passato l’economia locale si basava principalmente sull’agricoltura e sulla pesca. Grande importanza rivestiva un scaricatoio di merci del quale si servivano i paesi del vicino entroterra. Con il tempo queste attività sono venute progressivamente meno, eccezion fatta per la pesca, ancora intensamente praticata. La costruzione della Strada Statale 113, in particolare, ha favorito lo sviluppo urbanistico e la proliferazione di attività commerciali, unitamente al turismo estivo.

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Sacro e Profano – Al Santo patrono, San Giuseppe, sono tributate solenni celebrazioni la terza domenica di luglio, quasi in concomitanza con la tradizionale Fiera del Bestiame. La statua del Santo, ornata di fiori, è portata di fronte al mare per la benedizione e poi ricondotta nella chiesa madre, di fronte al castello, accolta dalle campane che suonano a festa.

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Come arrivare

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