Identità Misterbianco

Amministrazione

Comune sciolto per mafia

Sito istituzionale

 www.misterbianco.gov.it

Misterbianco, rinata dalla Lava

Aliva ’mpttata: pianta di ulivo secolare sopravvissuta all’eruzione devastante del 1669 a cui si lega la leggenda della campana salvata dai misterbianchesi e appesa ai suoi rami per radunare la gente in fuga dal fuoco.

Cava Lineri: cava utilizzata negli anni Sessanta per l’estrazione della sabbia rossa da adoperare nelle costruzioni. È stata scavata dalle rocce laviche dell’eruzione del 1669 e al suo interno abitano molte specie di pipistrelli e ragni.

Poggio Croce: parco comunale, luogo di ristoro e di passeggiate per la cittadinanza, dotato di panchine e aree gioco per bambini.

Toponomastica – Due sono le teorie sull’origine del nome: secondo la prima credenza deriva dal latino Monasterium Album, ossia il monastero benedettino dal prospetto in pietra bianca abitato dai monaci con vesti bianche, che si trovava nel territorio ma che andò distrutto dal terremoto che colpì la Val di Noto nel 1693: la seconda, invece, si rifà al termine Mostobianco, legato alla tradizione dei vigneti presenti nella zona dai quali si produceva, appunto, il mosto bianco.

La leggenda è legata all’eruzione lavica del 1669, che distrusse il centro quasi per intero. Secondo la tradizione, gli abitanti di Misterbianco in fuga dalla lava incandescente si riunirono davanti ad un grande albero di ulivo dove appesero la campana di diciotto quintali che erano riusciti a salvare dalla chiesa madre e il cui tocco richiamò e radunò sul luogo tutti i concittadini che scappavano in preda al panico.

Origini – Il territorio di Misterbianco è stato abitato sin dall’epoca del Neolitico, grazie alla fertilità del terreno e alla presenza di molte sorgenti d’acqua. Anche Greci e Romani ebbero modo di insediarsi nella zona, soprattutto nella contrada Erbe Bianche, dove è stato trovato il maggior numero di reperti. Le prime fonti scritte che attestano l’esistenza dell’antico borgo risalgono però alla metà del Trecento, quando in base ad atti di donazioni risulta accertata l’esistenza del centro. Per la verità, si deve parlare piuttosto di un agglomerato di case che si estendeva intorno alla chiesa di Santa Maria, l’unica allora esistente, che in seguito sarà chiamata matrice. Almeno fino ai primi anni del Seicento Misterbianco si organizzò come un casale soggetto all’influenza di Catania. È nel 1641 che si ha una svolta: il borgo decide di affrancarsi dall’egemonia della città; è così che l’anno successivo il centro è acquisito dal genovese Giannandrea Massa che successivamente lo donerà al nobile Vespasiano Trigona, che nel 1685 otterrà il titolo di duca di Misterbianco. L’eruzione del 1669 distrusse completamente il borgo, lasciando intatto solo il campanile della matrice, soprannominato dai paesani U Campanarazzu, mentre la chiesa fu completamente travolta dalla colata lavica. Un evento drammatico ed eccezionale che durò oltre cento giorni, durante i quali la lava etnea, che si divise in due fiumi, raggiunse Catania invadendo anche tredici comuni limitrofi. Da qui la ricostruzione dell’intero paese in un luogo più basso rispetto al precedente; la rinascita del paese coincide con il suo sviluppo come centro agricolo. La vera svolta di Misterbianco si ha però negli anni Settanta del Novecento, quando si verificò una vertiginosa crescita demografica dovuta in particolare allo spostamento di cittadini dai quartieri più disagiati di Catania e dei vari comuni etnei dove maggiormente era sentito il disagio sociale ed economico. A questo aumento della popolazione segue uno sviluppo urbanistico caotico nelle diverse frazioni della città ed in tutta Misterbianco. In poco più di venti anni gli abitanti crescono di oltre ventimila unità, imponendo interventi infrastrutturali decisi e convincenti da parte dell’amministrazione.

Misterbianco contemporanea – Oggi Misterbianco è un cittadina in forte espansione demografica ed edilizia, grazie soprattutto al continuo sviluppo del settore commerciale ed industriale. Il suo territorio comprende anche le adiacenti frazioni di Santa Maria degli Ammalati, località frequentata soprattutto in estate dai misterbianchesi, Lineri, Monte Palma e Piano Tavola, zona industriale che la città condivide con i centri amministrativi di Belpasso, Motta Sant’Anastasia e Camporotondo Etneo.

Centro storico – Si trova nella parte alta della città, la più antica, che si differenza da quella bassa ricostruita in chiave moderna e commerciale.

Architettura Religiosa

Chiesa della Madonna delle Grazie: è la chiesa Matrice della città dedicata alla Madonna delle Grazie, un tempo Patrona. Dal prospetto in stile romanico, è stata edificata successivamente all’eruzione vulcanica del 1669. La pianta è a tre navate, preannunciate da tre ampi portali d’ingresso, a croce latina, e custodisce la statua cinquecentesca rappresentante la Madonna delle Grazie, opera di Antonello Gagini, scampata all’eruzione. Degna di visita è la cripta sotterranea, che oggi ospita il museo di arte sacra: è composta da due locali, uno utilizzato come ossario e l’altro come sepolcro per i responsabili della Chiesa.

Chiesa di San Nicolò: crollata in buona parte dopo l’eruzione del 1669, conserva, al suo interno, tele e oggetti pregiati quali la pala d’altare di origine seicentesca dedicata alla Madonna del Rosario o un dipinto, sempre del Seicento, che raffigura San Pietro con San Lorenzo e San Placido.

Chiesa di San Rocco: è nota per la presenza del caratteristico orologio solare, realizzato in epoca moderna, fatto di pietra lavica e decorato con una cornice che presenta i segni dello zodiaco. Si tratta di uno tra i più grandi esemplari in Italia.

Chiesa di Campanarazzu: si tratta della chiesa madre all’interno dell’antica Misterbianco distrutta dall’eruzione del 1669 e dal terremoto del 1693. Gli scavi effettuati sulle macerie della pietra lavica hanno riportato alla luce la cappella gotica con il bellissimo pavimento di maiolica bianca e blu, oltre alla navata centrale dal pavimento in cotto, alcuni altari laterali, il portale d’ingresso e quello laterale, il battistero e frammenti di un affresco.

Architettura Civile

Palazzo del Senato: l’edificio è stato costruito nel Settecento e ospita, oggi, la sede degli uffici del Comune.

Monumento ai Caduti: opera dello scultore Enrico Licari, è stato costruito per rendere onore alle vittime della Seconda Guerra Mondiale.

Palazzo Ducale: edificato nel Settecento, era la residenza di villeggiatura estiva del duca Francesco Maria Trigona.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa di S. Angela Merici; Chiesa della Divina Misericordia; Chiesa di S. Giuseppe; Chiesa di S. Lucia; Chiesa della Madonna del Carmine; Chiesa di S. Margherita; Chiesa di S. Bernadette; Chiesa del Beato Cardinale Dusmet; Chiesa di S. Massimiliano Kolbe; Chiesa di S. Carlo Borromeo; Chiesa della Madonna degli Ammalati; Monumento a Nunzio Caudullo; Monumento a Garibaldi; Ex Ospizio.

Siti Archeologici

Campanarazzu: si tratta di un’area archeologica riportata in parte alla luce scavando all’interno dei blocchi di pietra lavica riversati sull’antico centro dall’eruzione del 1669. Campanarazzu era, difatti, il campanile rimasto in piedi della chiesa madre dell’antico centro abitato sopravvissuto all’eruzione, ma poi in parte distrutto dal terremoto del 1693. Gli scavi, con molta fatica, sono riusciti a riportare in vita i resti della chiesa che miracolosamente venne sepolta ma non devastata completamente dalla lava.

Terme Romane: si tratta dei resti di un acquedotto romano datato tra il II e l’VIII secolo d. C. Non si hanno molte notizie certe, ma sembra plausibile che il sistema servisse, oltre che come zona termale, anche per incanalare le acque della sorgente di Santa Maria di Licodia verso la città di Catania. In base ad alcune ricostruzioni fatte sui reperti ancora oggi visibili, pare che si trattasse di un edificio di notevole pregio che disponeva di uno spogliatoio e di vari ambienti destinati per il bagno in acqua fredda (Tiepidarium), tiepida e calda (Calidarium), tutti riccamente decorati con mosaici e marmi.

Contrada Pezza Mandra: presso la contrada è possibile ammirare una grotta appartenente al periodo del Neolitico, all’interno della quale sono stati rinvenuti resti di ossa umane, alcuni utensili da lavoro ed attrezzi per la caccia.

Fortezza Poggio Cardillo: pochi resti di un edificio probabilmente adibito a fortezza di base quadrata e che originariamente comprendeva una copertura a volta. Si trova su una zona collinare da cui si può godere un bel paesaggio.

Fino alla metà degli anni Cinquanta l’economia del paese era basata principalmente sull’agricoltura, in particolar modo sulla produzione e la coltivazione di grano, ulivi e agrumi. Dagli anni Sessanta il territorio assistette ad un improvviso processo di sviluppo industriale caratterizzato dall’espansione del settore metalmeccanico, di quello edile, di quello chimico ed informatico. A tutt’oggi è considerato uno tra i più grandi centri commerciali del Meridione, secondo solo al polo industriale di Napoli. Negli ultimi anni si nota un fenomeno in forte espansione della componente commerciale proveniente dall’Oriente.

Evoluzione demografica – Lo sviluppo demografico della città è riconducibile agli anni Settanta del Novecento, quando si assistette ad un vera e propria impennata nella crescita della cittadinanza dovuta allo spostamento di popolazione dalla vicina Catania, ormai sovraffollata, e dai vari paesi limitrofi. Da allora il numero degli abitanti è continuato a crescere fino ad arrivare quasi alle cinquantamila unità, sostenuto dalla vicina zona industriale, di fondamentale importanza per le attività lavorative e professionali.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Misterbianco al 1° gennaio 2016 sono 938 e rappresentano l’1,9% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 34,6% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Repubblica Popolare Cinese (31,9%) e dalla Bulgaria (6,3%).

Musei – Museo di Arte Sacra, Via Madonna delle Grazie n.1. Si trova in una cripta interna alla Chiesa Madre e si estende in cinque sale espositive, all’interno delle quali sono conservati oggetti sacri quali reliquari, ostensori, paramenti liturgici e manufatti tessili. Galleria Civica Pippo Giuffrida, Piazza Giuseppe Mazzini sn. Sede di eventi, mostre temporanee e permanenti e incontri a tema. Stabilimento di Monaco, Via Municipio n. 328. Si tratta di un vecchio complesso industriale, oggi in disuso, utilizzato per le produzioni artigianali di prodotti oleari e vinicoli. Attualmente è utilizzato come area di incontri e ospita il Museo dei Costumi del Carnevale oltre all’Archivio Storico della città.

Biblioteche – Biblioteca comunale Concetto Marchesi, Via Giacomo Matteotti n. 63. Ospita oltre cinquantamila volumi di vario genere, oltre ad una sala adibita a Mediateca e ad un’Emeroteca.

Teatri – Nelson Mandela Lab. Via Giuseppe Barone. Struttura moderna che ospita in abbonamento stagioni liriche e teatrali, oltre a corsi di recitazione e di musica.

Sacro e Profano – Festa liturgica San Antonio Abate, 17 Gennaio. Celebrazioni religiose in onore di Sant’Antonio e benedizione del pane e degli animali, di cui il Santo è considerato il protettore. Nella giornata si esegue una piccola processione del simulacro per le strade del centro storico, accompagnato dai fedeli con fiaccole. Carnevale. La settimana dedicata ai festeggiamenti carnascialeschi si tinge d’allegria con sfilate di carri allegorici, bambini in maschera e gruppi mascherati con costumi di pregevole finitura cuciti a mano per l’occasione dalle sarte delle varie associazioni cittadine. Il carnevale di Misterbianco è, difatti, noto per la sfilata dei più bei costumi di Sicilia. Non mancano spettacoli musicali, stand di prodotti e artigianato locale. Festa di San Antonio Abate, ogni tre anni la prima Domenica di Agosto. Festeggiamenti in onore del Patrono che viene portato in processione per le vie cittadine sostando in ogni quartiere che dedica al Santo un inno di grazia (’a Cantata). Il corteo è anticipato, il sabato precedente, dai cerei (candelore) appartenenti alle categorie dei Maestri, dei Pastori, dei Carrettieri-Camionisti e dei Vigneri, che eseguono la tradizionale ballata a ritmo di musica e fuochi d’artificio presso i Quattro Canti. Sonica Fest, Estate. Manifestazione musicale durante la quale si esibiscono le band emergenti del territorio. La manifestazione ospita anche grandi gruppi e cantanti di fama nazionale ed internazionale. Festa della Madonna degli Ammalati, seconda Domenica di Settembre. Si tratta della festa in onore della Madonna degli Ammalati, in ricordo della colata lavica del 1669 che devastò il paese ad eccezione di una tela raffigurante la Madonna col Bambino e un’antica campana. I festeggiamenti iniziano il giovedì precedente, quando si svolge il tradizionale viaggio della campana portata in processione dai fedeli alle prime luci dell’alba fino alla Chiesa Madre. Segue, il giorno della festa, la processione del dipinto della Vergine per le vie cittadine festeggiata con inni di lode e fuochi d’artificio.

La cucina del territorio propone molte preparazioni della tradizione con peculiarità tipiche della zona, quali il vino cotto utilizzato, oltre che per gli impasti dolci, per i mmughiati o i mastazzola, anche per insaporire i piatti di carne o le verdure fritte. Molto diffuse le specialità della cucina contadina come ’u maccu cu curadduzzu, ossia una sorta di purea di fave servita con la pasta corta, le ’mpanate e le scacciate, ovvero delle focacce ripiene di tuma e acciughe o di broccoli, pomodoro e salsiccia. Diffuse le preparazioni a base di erbette spontanee quali i cauliceddi o il ciocco, specie di verdure selvatiche da gustare da sole o con le uova.

  • Salvatore Marchese (1811 – 1880), Economista. Si dedicò all’insegnamento in materie economiche, ma parallelamente anche alla carriera politica ricoprendo il ruolo di Senatore e Deputato durante il Regno d’Italia.
  • Orazio Costorella (1924 – 1944), Partigiano. Trovò la morte per mano nazista a causa del suo rifiuto a fornire i nomi e i dettagli della Resistenza. Venne insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile.
  • Giuseppe Cerami (1922 – 2014), Ciclista. Molti i traguardi raggiunti in carriera, tra i quali la vittoria nel Giro del Belgio nel 1957 e il Tour De France nel 1963.
  • Serafino Famà (1938 – 1995), Avvocato. Venne assassinato dalla criminalità organizzata per il suo corretto esercizio dell’attività professionale, come si evince dalle motivazioni espresse nella sentenza di condanna dei suoi aguzzini. La città di Catania ha posto in sua memoria una targa presso piazzale Sanzio, oltre a ricordarlo ogni 21 marzo, nella Giornata della Memoria.
  • Mario Franco Petrina (1942 – 2016), Giornalista. Collaboratore per il quotidiano regionale La Sicilia, ha lavorato nella troupe Rai regionale e per la trasmissione calcistica 90° Minuto.

Come arrivare

In auto da Catania è possibile arrivare percorrendo l’autostrada A18 Messina-Catania, utilizzando l’uscita di Catania e continuando sulla Tangenziale fino allo svincolo di Misterbianco. Da Palermo, invece, è possibile arrivare percorrendo l’autostrada A19 Palermo-Catania, quindi la Tangenziale Ovest imboccando l’uscita Misterbianco. L’aeroporto più vicino, per i voli nazionali ed internazionali, è il Catania Fontanarossa, distante 13 chilometri. È dotato di Stazione ferroviaria di riferimento della Circumetnea. In autobus, invece, è raggiungibile mediante le linee dell’AST, Azienda Siciliana Trasporti, in partenza da Catania.

Mobilità urbana – La città è servita da una linea urbana di mini bus che collegano la zona alta a quella bassa dove si trovano gli esercizi commerciali. Sono presenti, inoltre, servizi di trasporto gestiti dalla Ferrovia Circumetnea e dall’AST, Azienda Siciliana Trasporti.

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