Identità Giarratana

Amministrazione

SINDACO

Bartolo Giaquinta

In carica dal: 13/06/2022

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comunegiarratana.gov.it

Giarratana, Borgo degli antichi mestieri

Il Museo a Cielo Aperto, nasce nel 1997 e si snoda lungo le vie più antiche, le scalinate più caratteristiche, fra via Galilei e via Mentana. Si compone di circa 20 spazi nei quali sono stati ricostruiti gli ambienti della vita contadina ed artigiana, così come si caratterizzavano nel periodo fra il 1700 ed il 1900. La masseria, la sartoria, le case dei contadini, la bottega del fabbro, coi loro utensili e gli abiti dell’epoca. L’ambiente familiare, regno della massaia, con gli attrezzi caratteristici d’uso comune come u scaniaturi, a maidda, a sbriula, u circu ra conca, dove far asciugare la biancheria, sono solo alcune delle attività rappresentate a testimonianza dell’economia e della società di un tempo. L’attenzione ai particolari e l’amore degli abitanti per questa realtà, fanno del museo un’opera unica nel suo genere che merita di essere inserita in un itinerario turistico di qualità. 

Il Parco Naturale di Calaforno. Area boschiva di rara bellezza che si estende nella zona dei Monti Iblei. L’itinerario si sviluppa all’interno di un paesaggio verdeggiante ed incontaminato, tra gli splendidi borghi di Monterosso e Giarratana.

Lago artificiale di Santa Rosalia, in un contesto naturalistico di grande suggestione, con sponde molto frastagliate all’interno di un folto bosco, che fa da cornice a questa meta, si trova il piccolo santuario medievale intitolato alla santa dei palermitani, nata nel 1130 e morta nel 1166.

Toponomastica – Situato più a Nord dell’odierno sito, il borgo, fino al tardo medioevo, era conosciuto come Cerretanum Jarratanum. Dopo il terremoto del 1693 fu ricostruito più a sud e rifondato, il 26 gennaio del 1693, col nome di Giarratana.

Origini – Nei pressi dell’area in cui era ubicato il paese prima del terremoto, a Terravecchia, sono state rinvenute tracce della presenza umana, probabilmente siculi, risalenti al II millennio a.C.; si presume inoltre che un ulteriore sito archeologico, venuto alla luce in località Monte Casale, sia riconducibile alla città di Kasmenai o Casmene, importante avamposto militare risalente alla dominazione greca dell’isola.Vicino Giarratana, in Contrada Orto, durante il XIX secolo, è stata ritrovata una villa di epoca romana tardo-imperiale con mosaici pavimentali lungo la via regia trazzera, ad oggi al vaglio degli studiosi. I primi documenti scritti che menzionano l’esistenza del paese, lo indicano come possedimento del normanno Goffredo, figlio di Ruggero I d’Altavilla, Conte di Ragusa, il quale iniziò la fortificazione del borgo con la costruzione di robuste mura ed un castello. Durante il regno dell’imperatore Enrico IV di Svevia, nel 1195, Giarratana divenne feudo dello svevo Rinaldo D’Acquaviva, parente dello stesso imperatore. Negli anni seguenti divenne proprietà di Gualtieri di Caltagirone, quindi di Nicola Lancia, Nicola Alagna e Sancio Heredia. Il borgo prese parte ai moti del 1282 contro la dominazione angioina, i cosiddetti Vespri Siciliani e, durante la guerra di conquista aragonese, fu teatro di fatti particolarmente sanguinosi; vi ebbe luogo un massacro di soldati angioini del quale resta memoria nel nome di una contrada: porta dei francesi. Appartenne ai Chiaramonte e nel 1400, a seguito della partecipazione di Giarratana alla rivolta contro re Martino I, fu presa dai Cabrera. Il feudo fece parte della Contea di Modica, successivamente fu venduto a Niccolò Caseggia che a sua volta lo rivendette nel 1454 alla famiglia Settimo; quest’ultima contribuì allo sviluppo economico, urbanistico ed architettonico della baronia. Nel paese furono costruite nuove chiese, che si aggiunsero a quelle già esistenti. Nel 1559 Carlo Settimo, per essersi distinto nella lotta contro i turchi, ottenne l’elevazione del feudo da baronia a marchesato. Dell’anno 1600 è l’acquisto di un’importante reliquia per la città: il corpo di Sant’Ilaria oggi custodito nella Chiesa di San Bartolomeo. Nel 1644 la Madonna della Neve fu proclamata patrona della città per ordine regio. Il 1693 fu l’anno del catastrofico terremoto che distrusse tutta la Val di Noto e Giarratana, allora Cerratanum Jarratanae, non fece eccezione. Si avviò la ricostruzione su un’altura poco distante, più a sud del vecchio sito. Nel 1703 il marchese Girolamo Settimo iniziò la costruzione di un palazzo signorile sulla sommità della collina; di tale struttura, chiamata dai giarratanesi castello, rimangono solo i ruderi. I marchesi risiedettero pochi anni nel palazzo, che già agli inizi dell’Ottocento era decaduto. Le altre famiglie benestanti di Giarratana divennero la nuova aristocrazia latifondista; si ricordano i Barone, i Dell’Agli, i Calafato e i Cannizzo. Nei due secoli successivi, come tutta l’isola, passò sotto i Savoia, gli Austriaci ed i Borboni (1733).

Giarratana contemporanea – L’abolizione del sistema feudale, con la costituzione borbonica del 1812, fece di Giarratana un comune libero. Dopo la conquista garibaldina della Sicilia, il paese entrò a far parte del Regno d’Italia (1861). 

Centro storico – L’antico quartiere Cuozzu, cuore della cittadina, sin dal 1997 ospita il Museo a cielo aperto e rappresenta uno splendido esempio di conservazione della memoria. Vi sorgono Palazzo Barone e la magnifica Chiesa di San Bartolomeo, un luogo mistico, un tuffo nel tempo, un’immersione integrale nella storia della città e nella sua cultura secolare.

Architettura Religiosa

  •  Chiesa di San Bartolomeo: esisteva già nel 1308, citata tra quelle che pagavano la decima alla Santa Sede, fu ricostruita nuovamente a metà del XVII secolo e venne consacrata nel 1665 dal vescovo di Siracusa.Il sisma dell’11 gennaio 1693 la rase al suolo, risparmiandone tuttavia l’altare barocco. La nuova chiesa, sorse nella parte meridionale del nuovo centro abitato e custodisce la statua dedicata al Santo Patrono realizzata nel ‘500. L’attuale chiesa ha un’imponente facciata in stile tardo barocco suddivisa in tre ordini architettonici, il superiore dei quali è costituito dalla cella campanaria.Dinnanzi alla facciata è posta un’ampia e ripida scalinata che contribuisce a dare slancio all’intero edificio, impreziosita da colonne portanti con capitelli corinzi. L’interno si presenta particolarmente luminoso, grazie agli stucchi azzurri, all’ambiente prevalentemente bianco, agli affreschi di grande pregio risalenti alla costruzione.La chiesa custodisce le pale eseguite da Marcello Vieri negli anni 17951799Madonna del Carmelo tra due santi, Madonna del Buon Consiglio con san Vincenzo Ferreri e La conversione di Paolo. Un’altra tela di notevole importanza, è il Martirio di san Bartolomeo del 1736 opera di Antonio Balistreri fatta eseguire da don Filippo Piazza, inserita in un’artistica cornice del secolo XVII, proveniente dall’antica chiesa pre-terremoto.
  • Basilica di Sant’Antonio Abate, fu costruita nel corso del XVIII secolo, ad opera, si pensa, dell’architetto Diamanti. Dotata di un facciata in stile barocco, dominante l’attuale centro abitato, ha un prospetto suddiviso in tre ordini architettonici ornati da semicolonne, con una splendida vetrata istoriata raffigurante Sant’Antonio Abate e la Madonna della Neve. Ai lati del prospetto sono situate le statue di San Francesco di Paola e di Sant’Antonio di Padova, opere del Moschetto. L’interno è decorato con splendidi stucchi dorati e ospita la statua della Madonna della Neve.
  • Chiesa Madre della SS Annunziata e San Giuseppe, è un edificio tardo rinascimentale, completato nel 1935. L’interno, a tre navate, ha una pianta basilicale a croce latina, con una cappella centrale nella quale è custodito il simulacro di S. Giuseppe. La Chiesa ospita un prezioso crocifisso ligneo del XVI secolo; di enorme valore artistico sono i dipinti che abbelliscono le pareti del tempio, come quello risalente al 1790 dell’Annunziata, opera di Marcello Vieri.

Architettura Civile

Palazzo Barone, costruzione ottocentesca, sorge nello storico quartiere Cuozzu, alle spalle della chiesa di San Bartolomeo Apostolo. Di proprietà del Comune, è adibito a Palazzo della Cultura, sede del Museo dell’Emigrazione Ibleo e della mostra estemporanea di reperti archeologici.

Siti Archeologici

  • Villa Romana di contrada Orto Mosaico, scoperta alla fine dell’800, a partire dal 1989 fu oggetto di un’imponente campagna di scavi. Il sito risalente al III sec. d.C., si sviluppa su una superficie di 2.000 metri quadrati, con una pavimentazione riccamente e interamente decorata da mosaici. Composto da tre padiglioni disposti attorno ad uno spazio centrale, l’edificio ha un impianto architettonico monumentale, mura costruite a doppio parametro in pietra lavica del monte Lauro. Nell’area della villa sono state recuperate due sculture: una testa raffigurante una figura femminile e un rilievo in marmo raffigurante Ermete e Afrodite.
  • Villa Rustica di contrada Margi, risalente al III sec d.C.
  • Ipogeo di Calaforno, complesso religioso rupestre formato da una chiesa e da una necropoli ipogeica.
  • Castello di Terravecchia, occupa una collina vicina al Monte Lauro, alla confluenza tra il fiume Irminio e il torrente Miele (contrada Terravecchia), sito della vecchia città. Sono presenti resti di un’imponente struttura perimetrale quadrangolare, con torrione centrale e tre torri angolari a degradare.
  • Castello di Settimo Calvello, costruito da Don Girolamo Settimo Calvello nel 1703, sulla cima della collina del nuovo abitato. Rimase incompleto ed è oggi diruto. Ospitava tuttavia un piano nobile con numerose sale eleganti, delle prigioni, magazzini e mura fortificate.

L’economia è a carattere prevalentemente agricolo: vi si coltiva, tra l’altro, il frumento, l’olivo, le mandorle, i legumi e soprattutto le cipolle a cui è dedicata la sagra del 14 agosto. L’allevamento è praticato in misura ridotta mentre un settore in crescita è quello turistico, grazie allo splendido paesaggio boschivo e lacustre del territorio, le iniziative di valorizzazione del centro storico e l’indubbia eco della vicinanza con i centri turistici più conosciuti, tra tutti la città di Ragusa. 

Evoluzione demografica – Giarratana, nell’ultimo secolo e mezzo, non ha modificato in modo sensibile la portata della sua popolazione. Nel 1861, il primo censimento del Regno D’Italia, registrò un numero di residenti pari a 2.587. Il dato crebbe negli anni successivi, tanto che nel 1911 si contarono 3.867 abitanti. Un graduale incremento si ebbe sino al 1951 quando la popolazione toccò il suo massimo storico con 4.163 abitanti. L’evolversi del mercato del lavoro e le opportunità fornite altrove dal boom economico, ebbero un effetto negativo sulla cittadina che vide un decremento della popolazione, strettamente riconducibile all’emigrazione verso il Nord industriale. Nel 1971, a Giarratana, abitavano appena 3.491 persone e ad oggi, non sembra vi siano inversioni di rotta.

Etnie e minoranze – A Giarratana la presenza di popolazione straniera è molto ridotta. Sono presenti appena 82 persone di nazionalità straniera, perlopiù di origine albanese.

Musei – Palazzo Barone, di proprietà comunale, funge da struttura espositiva e palazzo culturale a disposizione della cittadinanza. Museo dell’emigrazione iblea, grande esposizione fotografica delle migrazioni di cittadini giarratanesi e iblei più in generale, verso l’estero con un settore dedicato alla tragedia di Marcinelle. Mostra permanente di reperti archeologici, si trova presso Palazzo Barone, espone reperti provenienti da tutti i siti archeologici della zona.

Biblioteche – La città di Giarratana è dotata di una biblioteca comunale che si trova in Via XX settembre.

Sacro e Profano – Festa di San Bartolomeo, annunciata da un grande scampanio e dallo scoppio dei mortaretti, ha inizio il 16 agosto con la nisciuta del simulacro del Patrono e la processione lungo le vie del paese. La sera il fercolo viene riportato in Chiesa, con la spettacolare trasuta fatta di corsa, qui viene riposto presso la cappella maggiore. Il 24 agosto si conclude la festa con il rito liturgico. Nel corso della settimana si svolge la Fiera di San Bartolomeo con la vendita di prodotti agricoli ed enogastronomici della zona, in programma anche spettacoli ed eventi ricreativi. Festa di Sant’Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio, è una festività particolarmente legata alla tradizione contadina. Protettore degli animali, Sant’Antonio Abate è stato sempre oggetto della più grande devozione tra gli agricoltori, braccianti e poveri lavoratori della terra. La festa ha inizio la mattina con il suono delle campane e lo scoppio dei mortaretti che accompagnato l’uscita dalla chiesa, la processione si snoda lungo le vie principali del centro storico, accompagnata dal corpo bandistico giarratanese. Nel pomeriggio si svolge la rituale benedizione degli animali sul sagrato della chiesa. La sera hanno luogo le cene con i dolci tipici offerti ai fedeli e venduti all’asta. Il ritorno avviene a tarda sera con i tradizionali fuochi d’artificio a salutare il Santo. Festa di San Giuseppe, il 19 marzo gli abitanti di Giarratana festeggiano il Santo Patriarca. Le celebrazioni liturgiche iniziano presso la Chiesa Madre con l’uscita del Santo a mezzogiorno, seguita dalla processione della statua portata a spalla dai fedeli. Nel pomeriggio si svolgono le tradizionali cene con la vendita all’asta dei prodotti della terra, dei dolci e dei piatti tipici. La sera il Santo ritorna in chiesa, l’atmosfera risulta estremamente suggestiva grazie alla presenza del corpo bandistico locale. Festa Maria SS della Neve, Patrona della città, insieme a San Bartolomeo, è onorata il 5 di agosto. A mezzogiorno in punto la statua viene fatta uscire dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate, dov’è custodita. La processione si dirige verso la Chiesa di San Bartolomeo, suggestiva la salita, statua in spalla, per la ripida scalinata. All’interno della Chiesa si svolge un solenne momento di preghiera. Nel pomeriggio ha luogo la cena con l’offerta alla santa e la vendita all’asta di prodotti tipici e in serata la processione si conclude con la trasuta della Santa. Presepe vivente, nel periodo natalizio Giarratana si trasforma in un bellissimo presepe e gli abitanti in attori. Si animano i vicoli, rivivono le tradizioni, gli antichi mestieri, le atmosfere che oramai albergano soltanto nelle menti dei meno giovani. Un intreccio di tradizione, identità e religioso trasporto, impregna l’aria di magia. La sera conclusiva, tutti i componenti del presepe si riuniscono sulla sommità del monte, dove aveva sede l’antica città, per dar vita ad una suggestiva fiaccolata che si snoda lungo contrada Torrevecchia. Sagra della Cipolla, si svolge annualmente il 14 agosto, è una manifestazione enogastronomica avente come ingrediente centrale la cipolla di Giarratana. Prodotto rinomato, ha caratteristiche uniche nel suo genere, piatta e dolce, raggiunge spesso dimensioni elevate e può pesare fino a 300 grammi. La sagra si svolge in un’atmosfera giocosa e genuina, tra musiche, canti tradizionali e un po’ irriverenti, si possono gustare buon vino di montagna, formaggio tipico e tantissimi piatti con la cipolla di Giarratana.

La cucina di Giarratana deve molto a quella iblea e ne ricalca molti aspetti. Oltre all’uso dei tradizionali prodotti della terra, come l’olio buono e l’aglio, si ricorda la preparazione delle scacce, focacce salate condite con verdure o pomodoro, patate o le tradizionali cipolle di Giarratana. Il dolce tipico è lo squisito torrone bianco, ampiamente conosciuto ed esportato.

  • Loredana Cannata (Giarratana, 1975) attrice
  • Salvatore Azzaro (Giarratana, 1959) cantautore e poeta

Come arrivare

Giarratana dista 87,8 km da Catania ed è raggiungibile attraverso la SS 514 per Ragusa. Da Catania è attiva l’autolinea dell’azienda Etna Trasporti con oltre dieci corse giornaliere per Ragusa; l’azienda AST garantisce il collegamento con Giarratana. Dal maggio del 2013 è attivo l’aeroporto Pio La Torre, aperto al traffico commerciale nazionale ed internazionale, dista 35 km da Giarratana. Non è attiva alcuna linea ferroviaria con collegamento diretto. Non è presente un servizio autobus di mobilità urbana ma, data la struttura urbanistica e la ridotta estensione territoriale, Giarratana può essere facilmente percorsa a piedi nella sua interezza.

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