Identità Bronte

Amministrazione

SINDACO

Pino Firrarello

In carica dal: 06/10/2020

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.bronte.ct.it

Bronte, i Ciclopi, Horatio Nelson e l’oro verde

Castello di Nelson. Conosciuto anche come Ducea di Maniace, l’edificio si trova a circa 10 chilometri dall’abitato, esattamente al confine fra i comuni di Bronte e Maniace. Fondato nel XII secolo dalla regina Margherita di Navarra, sposa di Guglielmo I di Sicilia, nel 1799 il Castello venne donato insieme al feudo dal re Ferdinando I delle Due Sicilie all’ammiraglio inglese Horatio Nelson come segno di gratitudine per aver represso la cosiddetta Repubblica partenopea salvandogli la vita e il regno. L’entrata dell’edificio è solenne, tramite un largo portico coperto si penetra in un grande cortile che fa da centro di tutto il vasto complesso e dove si trova una grande croce celtica dedicata all’ammiraglio Nelson. Subito a sinistra, tramite un grande portone si entra nel giardino del Castello dove si trovano prati all’inglese, una fontana zampillante con pesci e nel centro un putto abbracciato a un delfino. A destra del cortile si trova invece la Chiesa dedicata alla Madonna di Maniace, nobile esempio di architettura tardo-normanna. La Chiesa, dov’è conservata una preziosissima icona bizantina della Madonna dell’XI secolo, subì gravi danni durante il terremoto del 1693 che la privò di tutta la parte absidale a cominciare dall’arco trionfale di cui, nella piatta parete di fondo, si vedono ancora le tracce. Dell’antico Castello rimane poco in quanto gli ambienti furono riadattati dagli eredi di Nelson a scopi abitativi o come magazzini al servizio dell’agricoltura ma sono visitabili ed espongono alcuni cimeli d’epoca appartenuti all’ammiraglio.

Forre laviche del Simeto: comprendono un territorio di 1.217 ettari tra i
comuni di Bronte, Randazzo, Adrano e Centuripe. Le gole presentano pareti di altezza variabile tra i 5 e i 15 metri e sono state scavate dal fiume Simeto nel basalto formatosi in seguito a colate laviche provenienti dall’Etna. Presentano un grande interesse paesaggistico e geomorfologico per la caratteristica geometria dei prismi basaltici e perché costituiscono il contatto tra rocce sedimentarie e lave etnee. Nel 2000 il Ministero dell’Ambiente ha inserito il territorio delle Forre laviche del Simeto nell’elenco dei SIC (Siti di interesse comunitario), i cosiddetti siti Natura 2000, con l’obiettivo di conservare e tutelare gli habitat naturali e semi-naturali, nonché la flora e la fauna selvatiche del luogo.

Toponomastica – Al vulcano Etna è legata anche l’origine del toponimo che sembra derivi dal greco bronte (boato, tuono) per via dei rumori delle numerose eruzioni del vulcano.

Una leggenda narra invece che questa terra anticamente sia stata popolata dai mitici Ciclopi, tra cui appunto Bronte. Questi giganti erano stati condannati a fabbricare i fulmini di Zeus e degli altri dei ed eroi greci nelle fucine all’interno delle viscere dell’Etna.

Origini – La storia, ricostruita sui reperti ritrovati, racconta che la zona fu abitata a partire dall’VIII secolo a.C. dai Siculi, come confermano una serie di celle funerarie a forma di forno. Fra il VII ed il VI secolo a.C. furono i Greci a insediarsi nella zona prima dell’arrivo dei Romani che, dopo la conquista dell’isola, fecero di Bronte un vivo centro abitato con la presenza anche di un impianto termale. Con la caduta dell’Impero Romano la Sicilia, e così anche questa zona, furono esposte alle invasioni e subirono diverse dominazioni, dai Bizantini agli Arabi e in seguito dai Normanni agli Aragonesi, passando per le conquiste sveva e angioina. Al periodo arabo è legata la vicenda del generale bizantino Giorgio Maniace che, nel 1040, sconfisse gli Arabi lungo il fiume Simeto. In suo onore e a ricordo della vittoria, il casale preesistente fu chiamato Maniace (oggi divenuto comune) e fu costruito un monastero dedicato alla Vergine Maria. Fino al 1471 Bronte fu un possedimento del monastero; in seguito passò sotto l’autorità dell’Ospedale Grande di Palermo. La nascita effettiva del centro risale al 1535, quando l’imperatore Carlo V decise di riunire i ventiquattro casali sparsi nella zona sotto l’autorità di un’unica struttura, detta allora Università: questo atto segnò l’inizio della vita di Bronte. In seguito Bronte fu parzialmente danneggiata durante l’eruzione dell’Etna del 1651, mentre le colate delle eruzioni del 1832 e del 1843 si avvicinarono ai territori di Bronte senza però raggiungere l’abitato. Nel 1799 il sovrano Ferdinando I delle Due Sicilie cedette il feudo al generale Horatio Nelson e ai suoi discendenti con il titolo di duca, come ricompensa per i servizi resi durante la repressione della rivoluzione di quell’anno.

Bronte contemporanea – Verso la fine del XIX secolo il feudo passò nelle mani del generale Bridport fino al 1817, quando con la riforma amministrativa borbonica divenne comune autonomo. Durante il Risorgimento Bronte sostenne la causa unitaria, ma passò alla storia per i famosi Fatti di Bronte, una rivolta popolare che nel 1860 portò all’eccidio da parte del popolo dei concittadini più agiati (la vicenda viene ricordata anche dal Verga nella novella Libertà). Gli ultimi anni dell’Ottocento sono caratterizzati dall’industrializzazione e dallo sviluppo per la città che vide la realizzazione della Ferrovia Circum etnea, la quale liberò il centro da un secolare isolamento. Durante tutto il Novecento e in particolare dopo la Seconda Guerra mondiale, la crescita di Bronte continuò e divennero ormai evidenti i tratti di un territorio che è non più un borgo medievale ma una moderna cittadina con servizi e infrastrutture.

Centro storico – Oltre alle bellezze naturali, Bronte offre splendidi monumenti come il Santuario dell’Annunziata, l’edificio più antico del comune, realizzato intorno al 1543 sebbene i lavori di costruzione continuarono anche successivamente. La facciata è in stile rinascimentale, abbellita da un campanile e da una cupola. L’interno è a navata unica; vi si trovano otto altari e due cappelle poste una di fronte all’altra. Sull’altare maggiore è posta l’opera più importante, un gruppo marmoreo del 1543 che rappresenta la Madonna e l’Arcangelo Gabriele nel momento dell’Annunciazione. La Chiesa Madre dedicata alla Santissima Trinità è la Chiesa più importante e significativa dal punto di vista storico e documentale per le innumerevoli testimonianze in essa conservate che ne fanno una miniera di notizie per la storia e le tradizioni brontesi. Fu edificata nella forma attuale nella prima metà del Cinquecento (dal 1505 al 1579) con la fusione di due chiese: la Chiesa Maggiore di Santa Maria e la vicina Chiesa della Santissima Trinità. Alla costruzione della Chiesa contribuirono non solo grandi benefattori e mecenati ma anche semplici contadini e pastori non benestanti. Su corso Umberto troviamo il Real Collegio Capizzi (convitto e scuole), iniziato nel 1774 e inaugurato nel 1778, frutto dell’iniziativa e della perseveranza dell’umile sacerdote brontese Eustachio Ignazio Capizzi. L’edificio, a pianta quadrata con cortili interni, ha grandi dimensioni e occupa l’intero perimetro di un grande isolato. La parte più antica del complesso ha carattere monumentale ed è costruita su tre livelli di cui uno seminterrato (con una palestra ginnica, le cucine, la lavanderia e le stalle). La struttura ospita la Pinacoteca di Bronte, la Cappella dell’Immacolata, la Biblioteca e la bellissima Chiesa del Sacro Cuore, i cui lavori iniziarono nel 1907. Eretta in gran parte sull’area dell’antica Cappella di San Rocco, la Chiesa del Sacro Cuore fu aperta solennemente al pubblico il 15 novembre 1914. Le decorazioni del prospetto e quelle interne, di stile barocco-rinascimentale, furono realizzate dal catanese Giuseppe D’Arrigo. L’architrave triangolare a linee spezzate del portale è sostenuto da due belle colonne di lava impostate su piedistalli prismatici. Un rosone a ventaglio in ferro e vetro colorato filtra la luce all’interno della Chiesa. Ancora nel centro storico segnaliamo la Chiesa di Santa Maria della Catena, la Chiesa di Maria Santissima del Rosario, la Chiesa di San Giovanni Evangelista e di Santa Rosalia, dal caratteristico campanile composto di grossi conci squadrati di pietra. La Chiesa, che esisteva già dagli inizi del 1500, ricade all’interno del nucleo più antico di Bronte. L’interno, nel quale sono sviluppati i temi caratteristici del gusto barocco, è diviso in tre parti: il pronao con sovrastante cantoria dalla quale si accede alle scale del campanile, la navata rettangolare con volta a botte e il grande presbiterio. L’edifico è stato di recente restaurato.

Architettura Religiosa

• Chiesa e Convento dei Padri Cappuccini, costruito nel XVII secolo. Il prospetto della Chiesa, semplice e d’ispirazione tardo-rinascimentale, è composto da due ordini sovrapposti di lesene con capitelli. Un timpano triangolare con decorazioni a rilievo chiude in alto l’edificio. L’ingresso è impostato su una piccola scalinata in pietra lavica e all’interno la Chiesa presenta un’unica navata, una cappella laterale e sette altari con decorazioni a bassorilievo.
• Chiesa e Convento di San Vito, siti nella parte più alta del paese. La Chiesa a navata unica, con ingresso sopraelevato e scale in pietra lavica, ha conosciuto nel tempo numerosi restauri e rifacimenti. Sul prospetto, semplice e composto, concluso in alto dal timpano appena accennato, risaltano la sagoma nera del portale basaltico di belle proporzioni con decorazioni floreali scolpite a bassorilievo e la scalinata prismatica centrale in pietra lavica.

Architettura Civile

Castello di Nelson, sito a una decina di chilometri dal comune, è uno degli edifici più importanti di Bronte. All’interno del Castello si trova la piccola Chiesa Normanna di Santa Maria di Maniace dove è custodita l’icona bizantina della Madonna issata dal generale bizantino Giorgio Maniace nella battaglia contro gli Arabi nel 1038.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale: Chiesa della Madonna del Riparo; Chiesa di Santa Maria delle Grazie; Chiesa diSanta Caterina; Chiesa di Sant’Antonio da Padova; Chiesa di San Nicolò; Chiesa di Maria Santissima del Soccorso; Chiesa di San Blandano; Chiesa di San Sebastiano; Chiesa di San Silvestro o della Badia; Bosco di Centorbi.

Siti Archeologici

Numerosissimi sono i siti archeologici che si trovano nella zona di Bronte e in quella compresa fra Bronte, Maletto e Maniace. Di particolare importanza sono alcune cellette sepolcrali risalenti ai Siculi, i quali cacciati da Catania dai Greci vennero a stabilirsi nel versante occidentale dell’Etna. Di questa presenza, oltre alla famosa città del Mendolito, posta tra Bronte e Adrano e lungo il corso del Simeto, si notano numerose cellette sepolcrali sparse nel territorio. Notevoli sono anche le Grotte dette della Saracena, site a poca distanza dal Castello Nelson; i vicini resti dell’antica città di Maniace e il sito di contrada Tartaraci, tra i comuni di Bronte e Maletto, che presenta insediamenti abitativi e necropoli di età greca e romana.

Con i suoi tremila ettari di coltura specializzata, Bronte è l’area di coltivazione principale del pistacchio (più dell’80% della superficie regionale), con una produzione dalle caratteristiche uniche che ha ottenuto nel 2009 da parte dell’Unione Europea il marchio DOP. Molto rinomato e richiesto, il pistacchio di Bronte è diventato anche presidio dello Slow Food, un progetto per il recupero e la salvaguardia delle piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale e dall’omologazione. Quello che viene definito l’oro verde rappresenta perciò, da solo e insieme ai numerosissimi prodotti derivanti dalla sua lavorazione, la
principale risorsa economica della cittadina etnea. Oltre al pistacchio segnaliamo nella zona le coltivazioni di ulivi, aranci, fichidindia, mandorli, castagni, noccioli, viti e peri. Per il resto il paese si presenta con un’economia frutto di un sapiente equilibrio tra l’antica vocazione agricola e l’imprenditoria tessile che nella zona ha acquisito una sempre maggiore rilevanza. Molto importante è inoltre l’allevamento di bovini e caprini che sfrutta le numerose aree adibite a pascolo presenti sul territorio.

Evoluzione demografica – A partire dalla seconda metà dell’Ottocento e fino all’inizio del Novecento, Bronte ha conosciuto una fortissima espansione demografica che l’ha portata a raggiungere una popolazione di quasi 18.000 abitanti. In seguito il comune ha conosciuto alterne vicende e l’andamento della popolazione è risultato estremamente variabile. Tassi minimi sono stati registrati dai censimenti del 1911 e del 1936 (quando la popolazione scese al di sotto dei 16.000 abitanti). Dopo tale data e fino al 1960, la popolazione ricominciò a crescere e superò i 19.000 abitanti. Dopo un nuovo calo demografico nei due decenni successivi, a partire dagli anni Ottanta si registra un lieve ma costante aumento della popolazione residente nel comune.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Bronte al 1° gennaio 2016 sono 453 e rappresentano il 2,4% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 73,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Repubblica Popolare Cinese (8,4%).

Musei – Museo del Carretto siciliano Gullotti, sito in contrada Cantera; Museo storico di Castello Nelson e Museo di sculture in pietra lavica, nel parco di fronte al Castello Nelson.

Biblioteche – La Biblioteca Borbonica del Real Collegio Capizzi, opera di Ignazio Capizzi, fondatore del Collegio, raccoglie quasi tutte le opere che costituivano la cultura umanistica del secolo XVIII. Rimasta chiusa per oltre quarant’anni, è stata riaperta al pubblico da alcuni decenni. Segnaliamo poi la Biblioteca comunale Deluchiana e la Biblioteca del Convento dei cappuccini.

Teatri – Il Cine-Teatro comunale di piazza Spedalieri ospita rappresentazioni teatrali e cinematografiche ed è sede di importanti concerti e convegni culturali e sociali. Il teatro ha una capienza di 230 posti, di cui 110 in platea e 120 nei tre ordini di palchi.

Cinema – Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato è un film del 1971 diretto da Florestano Vancini. Il film descrive gli eventi relativi ai tragici Fatti di Bronte dell’agosto 1860 che a loro volta hanno costituito l’ispirazione della novella di Giovanni Verga intitolata Libertà.

Sacro e Profano – Patrono della città è San Biagio, vescovo, martire e Santo vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia; viene festeggiato il 3 febbraio. Di origini antiche e molto sentita è anche la festa dedicata alla Madonna Annunziata, patrona di Bronte insieme a San Biagio. La festa liturgica è il 25 marzo ed è celebrata annualmente ma più del culto ciò che appassiona la comunità è la tradizionale festa di agosto che attira in città numerosi turisti. Altra importante ricorrenza è la settembrina Expo o Sagra del Pistacchio d’Oro, dove il protagonista è ovviamente l’“oro verde”. Durante la festa è possibile assaggiare i prodotti realizzati con il frutto ma anche ammirare le produzioni artigiane locali: la sagra è infatti anche un modo per valorizzare le tradizioni della cultura etnea. In contemporanea alla sagra vengono organizzate visite guidate del centro storico di Bronte, mostre, convegni, spettacoli e altri eventi collaterali.

Il pistacchio è il prodotto tipico di Bronte, usato per la realizzazione sia di primi piatti (pennette al pesto di pistacchio e vongole, risotto al pistacchio, spaghetti con salsa di pistacchio), che secondi (hamburger veloci al profumo di pistacchio, salmone in salsa di pistacchio). Tra i dolci segnaliamo le fillette, un dolce di forma rotonda dalle antichissime origini, i nacatuli, i biscottini di pistacchio, le pastine, le olivette brontesi e poi le classiche granite e i gelati. Altri piatti tipici di Bronte sono i frascaturi, polenta preparata con farina di ceci con l’aggiunta di verdure miste e pezzetti di carne di maiale, la pasta con il macco (fave secche ammaccate) e il finocchietto selvatico e gli spaghetti con gli sparacogni (un’erba selvatica simile agli asparagi) cotti in salsa di pomodoro.

  • Eustachio Ignazio Capizzi (Bronte, 1708 – Palermo, 1783), presbitero, scrittore e teologo. Fu proclamato Venerabile da Papa Pio IX nel 1858 ed è ancora in corso il processo per la sua beatificazione. Le sue opere di bene fissarono indissolubilmente la sua figura nell’immaginario collettivo siciliano che ancora oggi fatica a dimenticarsene. La sua ultima impresa fu la costruzione del Real Collegio Capizzi che diventerà uno dei principali centri culturali dell’isola.
  • Nicola Spedalieri (Bronte, 1740 – Roma, 1795), filosofo e sacerdote. La sua opera più importante è Dei diritti dell’uomo, pubblicata nel 1791.
  • Horatio Nelson (Burnham Thorpe, 1758 – Capo Trafalgar, 1805), primo visconte Nelson, primo duca di Bronte, ammiraglio britannico e uno dei più amati e celebrati eroi nazionali d’Inghilterra. Ferdinando I, in segno di riconoscenza per aver soffocato nel sangue la Repubblica partenopea gli concesse in perpetuo l’Abbazia di Maniace e le terre e la città di Bronte tra cui il famoso Castello Nelson dove l’ammiraglio visse con la sua famiglia.
  • Antonio Saverio De Luca (Bronte, 1805 – Roma, 1883), arcivescovo cattolico e cardinale. Ricoprì numerose cariche nelle istituzioni della Curia Romana e nel 1845 fu consacrato vescovo e nominato alla guida della sede episcopale di Aversa. Partecipò al Concilio Vaticano I e al Conclave del 1878 che elesse Papa Leone XIII.
  • Gerolamo Bixio detto Nino (Genova, 1821 – Indonesia, 1873), generale, politico e patriota tra i più noti e importanti protagonisti del Risorgimento. Il suo nome è legato ai Fatti di Bronte: si narra che in seguito a un’insurrezione popolare, le truppe garibaldine da lui comandate furono chiamate a ristabilire l’autorità del governo compiendo degli arresti tra la popolazione civile. Agli arresti seguì un processo sommario che portò alla condanna a morte di 5 brontesi.
  • Luigi Capuana (Mineo, 1839 – Catania, 1915), scrittore, critico letterario, giornalista e tra i più importanti teorici del Verismo. A dodici anni viene iscritto al Reale Collegio Capizzi di Bronte ed è qui che comincia ad appassionarsi alla letteratura e alla lingua italiana e inizia a scrivere lui stesso.
  • Antonio Messineo (Bronte, 1897 – Roma, 1978), gesuita e scrittore. Nel 1932 iniziò a scrivere per La Civiltà Cattolica e continuerà a farlo quasi fino alla sua morte.
  • Nunzio Sciavarrello (Bronte, 1918 – Catania, 2013), pittore, incisore e scenografo.
  • Alberto Giovanni Biuso (Bronte, 1960), filosofo e saggista. Insegna Filosofia teoretica, Filosofia della mente e Sociologia della cultura nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
  • Salvatore Lazzaro (Bronte, 1971), attore di teatro, cinema e televisione. Ha interpretato il ruolo di Bernardo Provenzano nel film per la televisione Il capo dei capi, con la regia di Enzo Monteleone e Alexis Sweet e il ruolo di Rosario Manzella in Squadra Antimafia-Palermo oggi.

Come arrivare

Il comune è servito da due importanti assi viari: la SS 120 dell’Etna e delle Madonie e la SS 284 Occidentale Etnea. L’aeroporto di riferimento è il Fontanarossa di Catania, a circa 50 Km di distanza. La stazione di Bronte fa parte della Ferrovia Circumetnea che offre numerosi collegamenti giornalieri con molti dei comuni del circondario etneo e con Catania. Gli spostamenti in autobus sono gestiti dalle autolinee della FCE (Ferrovia Circumetnea), da Etna Trasporti e da Interbus.

Mobilità urbana – Risulta attiva una linea che effettua servizio scolastico,
raggiunge il cimitero e serve i punti di snodo principali del comune.

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