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Stefania Campo (M5S): “Questo governo regionale pensa solo ai propri interessi”

"La finanziaria si è trasformata in un grosso libro con tutte le richieste dei deputati di maggioranza"

Dal novembre 2017 è una delle parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, volata a quota 6214 voti alle elezioni che hanno sancito la vittoria di Nello Musumeci e premiata soprattutto nella sua Ragusa, al termine di un serrato “duello” con l’uscente Vanessa Ferreri.

E’ Stefania Campo, già assessore alla cultura del Comune di Ragusa in parte della legislatura Piccitto, due lauree in tasca, una in architettura e una al Dams, insegnante di fotografia e grafica pubblicitaria. A distanza di qualche mese dall’inizio di questa nuova avventura politica, l’abbiamo incontrata per chiederle un parere su diverse questioni che riguardano il territorio ragusano in primis, ma anche tante altre emergenze siciliane.

Consorzio di bonifica di Ragusa: 1 milione elargito a fronte di 5 richiesti, e l’emergenza continua…

Avevamo chiesto 5 milioni perché era la cifra necessaria per pagare gli arretrati, 1 milione è davvero poco e non permette di risolvere i problemi. Giovedì scorso ho avuto un’interlocuzione con i vertici del Consorzio e ho saputo che altre somme sono state sbloccate, ma basteranno a coprire solo poche mensilità, sempre che le banche non le trattengano per recuperare le somme che hanno anticipato. Ci stiamo impegnando affinché venga sanato tutto il pregresso a livello regionale, per poi ripartire da una riforma che riconosca più compiti a queste importanti realtà. La Regione deve capire che l’unica strada è intervenire economicamente.

Rifiuti: qualche giorno fa, lei ha incentrato su questa gravissima e annosa emergenza un suo intervento in aula. A Ragusa, inoltre, sappiamo bene quanti problemi stiano causando la discarica di Cava dei Modicani, satura da tempo, e l’avvio della raccolta differenziata…

Il mio intervento è servito per fare una ricognizione delle criticità sul territorio: dalle discariche che hanno operato senza autorizzazioni (come San Biagio a Scicli) a quelle a cielo aperto nelle zone di Santa Croce e Macconi; dalla mancata bonifica della discarica di Pozzo Bollente, a Vittoria, chiusa da 8 anni, a Cava dei Modicani con montagne di rifiuti alte parecchi metri in una zona molto ventosa. A giugno è stato approvato il piano stralcio sui rifiuti in Commissione Ambiente che prevede un contributo europeo di 75 milioni destinati proprio alla bonifica delle discariche, e ho notato una cosa gravissima: manca solo la provincia di Ragusa. Perché non ci siamo rientrati? Sto cercando di capire di chi sia la responsabilità e se si può riemdiare. Noi abbiamo urgenza di bonificare almeno tre siti. Quanto alla differenziata, a Ragusa si sono presentati i problemi di ogni realtà che cambia il proprio sistema di raccolta. Bisogna educare i cittadini, e ci vuole tempo. Ma era un’operazione non più differibile, siamo in netto ritardo e saremo penalizzati dalla comunità europea per questo.

Castello di Donnafugata: lei, da assessore alla cultura, aveva attuato una serie di interventi a tutela di esso. Oggi siamo arrivati al punto che chiudono il parco per la presenza di zecche. Come si è potuti arrivare a tanto?

Donnafugata è una delle ricchezze principali del nostro territorio, tappa obbligata per il turista. Da assessore ho destinato un contributo straordinario al recupero delle stanze e ho messo mano ad un progetto di musealizzazione del parco, costituito da tre bellissimi giardini che dialogano tra di loro: quello francese, quello inglese e quello tipico siciliano. Il Barone Arezzo era un appassionato di botanica e vi aveva fatto piantare agrumi, piante e fiori rari. La manutenzione dev’essere giornaliera, e forse è mancata. Il problema zecche, invece, temo che sia dovuto alla presenza di una decina di cani randagi che sono stati sterilizzati, microchippati e reimmessi sul territorio. L’errore è stato di reimmetterli tutti nella stessa zona, vicina ad un bene quale il Castello dove questo branco, seppur innocuo, può anche spaventare qualcuno. Non basta chiudere e disinfestare, bisogna spostarli, trovare loro una nuova collocazione.

E’ da poco approdato in V Commissione un disegno di legge a vostra firma, che apporta qualche cambiamento alla legge regionale n.20 del 2000, istitutiva del sistema dei parchi archeologici in Sicilia. Cosa prevede?

Sono modifiche a questa legge che è nata col giusto principio di valorizzare monumenti unici sul territorio come la Valle dei Templi, Eraclea Minoa, Naxos, Kamarina, Cava d’Ispica e molti altri parchi sul territorio regionale, di cui tre a Siracusa. Molti non sono mai stati perimetrati. Perché? Per evitare di revocare concessioni edilizie? A distanza di 18 anni, è giunto il momento di deliberare l’istituzione dei parchi (la rete dei parchi archeologici siciliani è formata da 20 siti, di cui solo 3 formalmente istituiti con decreto) e regolamentarli. Grazie a questa legge, si prevede l’autonomia gestionale che permetterà loro di autosostenersi, senza dover più richiedere contributi alla Regione. Questo permetterà loro di essere competitivi, ed è la strada giusta. Un altro motivo per cui è urgente istituire i parchi è per evitare che qualcuno si impossessi dei reperti che insistono in zone non perimetrate.

Aeroporti: lei ha detto che la proposta del Presidente di Musumeci di fare gestire quelli siciliani da due società è una pagliacciata. Perché?

Perché non si capisce quale sia la novità. Finora è stato così, e Birgi e Comiso sono stati depauperati in quanto, chiaramente, non possono competere con scali più grandi. Adesso, con Sac che punta su Comiso e Airgest che vuole Trapani, è chiaro che Palermo e Catania vogliano continuare a mettere le mani sui piccoli per controllarli. Non prendiamoci in giro. L’unica operazione giusta per noi era trovare un unico ente gestore, come già avviene in altre realtà. Questo permetterebbe tariffe agevolate e gli aeroporti non entrerebbero in competizione, ma tutti lavorerebbero con un unico scopo: il bene del territorio siciliano.

Amministrative a Ragusa: cosa non ha funzionato? Perché gli elettori non vi hanno riconfermati?

Non è stata una sconfitta eclatante, ma questa è solo una magra consolazione. Nelle ultime due settimane, quelle del ballottaggio, forse non siamo riusciti ad incidere sul nostro elettorato, anche a causa di alcuni provvedimenti della giunta Piccitto che non sono piaciuti ai ragusani, in primis quelli inerenti la differenziata. E poi c’è quella nostra consueta voglia di cambiare: è stato preferito il nuovissimo al nuovo. Non credo sia stata una bocciatura a quanto fatto in 5 anni dalla giunta Piccitto, altrimenti non saremmo arrivati nemmeno al ballottaggio.

Un voto al governo regionale?

Giudizio negativo. Abbiamo perso troppo tempo per approvare una finanziaria che doveva essere snella, e invece si è trasformata in un grosso libro con tutte le richieste dei deputati di maggioranza che cercano di tirare acqua al proprio mulino. Gli interessi personali hanno prevalso su quelli dei siciliani, dando vita ad un calderone di emendamenti che non risolveranno nessuno dei problemi dei cittadini. Non quello dell’agricoltura e nemmeno quello della sanità, passando per i consorzi di bonifica e il precariato. Pensavamo che si andasse velocemente col collegato, per votare dei ddl e iniziare a parlare di riforme. Invece, è stato rimbalzato tra aule e commissioni per due mesi e quando finalmente è arrivato il primo ddl in aula era quello sull’operazione Husky della seconda guerra mondiale. Noi lavoriamo incessantemente ad interrogazioni e mozioni, ma quando arrivano in aula sono già vecchie ed inutili. Adesso l’ARS chiuderà per le ferie, e a settembre molto probabilmente tornerà in aula il bilancio. Mi auguro possa esserci un cambio di direzione, ma temo che finiremo col parlarci ancora addosso su come spostare fondi da una sagra all’altra.

Un voto al governo nazionale, invece?

Si è insediato da poco e ha già fatto parecchi interventi a tutela dei lavoratori, senza tanta propaganda, a differenza dei nostri alleati politici. Il taglio dei vitalizi è sicuramente una svolta. Il voto, quindi, è positivo ed è stata avviata una buona interlocuzione anche con il Sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti Michele Dell’Orco che mi ha chiesto un elenco delle principali opere della Sicilia per poter intervenire. Ovviamente ho menzionato la Ragusa – Catania e la Siracusa – Gela. Si è detto molto disponibile anche per risolvere il problema della continuità territoriale, e abbiamo scoperto che c’erano 32 milioni di euro a disposizione per abbassare il costo dei nostri biglietti, come in Sardegna. Incredibile ma vero, però, non erano stati sbloccati semplicemente perché il passato governo non li aveva mai richiesti alla comunità europea.

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