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Sicilia, il gelato crea un indotto di 115 milioni all’anno

L’Isola è la terza regione d’Italia per produzione e consumo. Il Presidente di Confartigianato Sicilia: “Necessario un marchio di garanzia”

La spesa delle famiglie siciliane per gelati artigianali e ha raggiunto i 115 milioni di euro; il 6,3% del totale nazionale (dato aggiornato al 2017). Per ciascuna famiglia la spesa media è di 58 euro. A rendere noti i dati, come ogni estate, è l’osservatorio economico di Confartigianato Sicilia.

Le province siciliane nelle quali si consumano più gelati sono Palermo, con una spesa delle famiglie di 28,4 milioni di euro (il 24,6% della spesa complessiva della regione e l’1,5% della spesa nazionale), Catania con una spesa di 24,6 milioni di euro (21,3% della spesa regionale e 1,3% di quella nazionale) e Messina con una spesa di 15,8 milioni di euro (13,7% della spesa regionale e lo 0,9% di quella nazionale).

Nell’Isola, nel primo trimestre di quest’anno, si registra una presenza di 753 imprese di gelateria, di cui il 75,7%, pari a 570 unità, sono imprese artigiane; la nostra regione figura tra “sul podio” (terzo posto) per maggiore vocazione alla gelateria artigianale.

Tra le province con almeno 100 gelaterie Messina ha l‘80,2% delle gelaterie artigianali. Tra quelle con meno di 100 gelaterie è Enna che mostra la più elevata vocazione al gelato artigianale (92,3%).

Nella foto il presidente di Confartigianato Sicilia, Giuseppe Pezzati

“Il gelato artigianale riscuote sempre più successo in Sicilia, e i nostri artigiani spendono ogni giorno le loro energie e le loro risorse per garantire qualità e gusto – ha dichiarato Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Sicilia. Dobbiamo, però, adesso garantire la tutela della professione, del prodotto artigianale, con un marchio di garanzia. Occorre pensare ad un’adeguata qualificazione, ad un disciplinare di produzione – sottolinea Pezzati – che possa dare il giusto riconoscimento a questi piccoli imprenditori e scongiurare la concorrenza sleale sul mercato. Purtroppo l’abusivismo è una piaga che interessa gran parte dei settori, soprattutto quelli artigiani. Bisogna lavorare con la politica affinché si definisca al più presto una normativa ad hoc e un riconoscimento specifico di questo profilo professionale”.

Cristina Lombardo

 

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