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L’economia del Sud schiacciata dal peso della burocrazia

Confartigianato misura i gap del Mezzogiorno: +48,2% in più rispetto al Centro-Nord

(8 ottobre 2018)

Il Sud nella morsa della burocrazia; un valore doppio (il 48,2% in più) rispetto al Centro Nord. A denunciarlo è Confartigianato, nel corso della Convention del Mezzogiorno tenutasi a Palermo lo scorso 4 e 5 ottobre.

In un documento, dettagliato e puntuale, Confartigianato denuncia, senza mezzi termini, i dati negativi che tarpano le ali alle piccole imprese. Cittadini e imprenditori meridionali – ha spiegato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – soffrono condizioni di pesante ritardo e di inefficienza su tanti fronti, a dimostrazione del fatto che le politiche per il Sud e nel Sud attuate finora hanno fallito. Bisogna cambiare rotta. Serve un grande piano per colmare i tanti gap che separano il Mezzogiorno dal resto d’Italia e per valorizzare ciò che funziona, a cominciare dalle piccole imprese”.

Nella foto il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti

Le differenze che saltano all’occhio hanno a che vedere, in particolare, con 10 indicatori: tempi della giustizia civile e tributaria, tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, lunghezza delle code negli uffici pubblici, pratiche on line gestite dai Comuni, durata delle opere pubbliche, corruzione, qualità di governo, assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici e creazione di valore delle società partecipate dagli enti territoriali.

Al Sud servono, un dato alquanto preoccupante, 1.734 giorni per chiudere un procedimento di giustizia civile, 452 giorni in più rispetto al Centro-Nord. Per concludere un contenzioso tributario servono 1.822 giorni, 701 giorni in più se si volge lo sguardo al resto d’Italia.

Attese più lunghe anche per gli imprenditori fornitori di beni e servizi alla Pubblica amministrazione: le loro fatture vengono saldate ben 17 giorni dopo rispetto ai loro colleghi del Centro Nord.

Per ottenere un servizio agli sportelli degli uffici pubblici occorrono tempi più lunghi raffrontati ai cugini del nord pari a 9,4 punti percentuali in più.

Una responsabilità che sembra rimandare alla scarsa informatizzazione, anche in considerazione del fatto che le pratiche gestite interamente on line dai Comuni meridionali ammonta al 2% contro il 3,6% dei Comuni dell’Italia Centro-settentrionale. Per non parlare delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici; qui il dato supera dell’11,9% quello dichiarato dal resto d’Italia.

Altra nota dolente, ovviamente, è quella relativa alle opere pubbliche. I tempi di completamento nel Sud si fermano a 5 anni, 7 mesi in più rispetto al Centro Nord.

Capitolo corruzione: il dato delle famiglie del Sud che dichiara di averne avuto esperienza supera di 1,5 punti percentuali quella del resto del Paese.

Anche sulla qualità di governo assegnato dai cittadini alle amministrazioni del Sud superiamo di 0,65 punti anche il Nord. Si attesta a -55,1% a fronte del +147,2% del Centro-Nord, invece, la creazione di valore delle società partecipate degli enti territoriali.

Ciò che pesa, però, maggiormente sulle piccole imprese del Sud è il costo del denaro: i tassi di interesse per prestiti a breve termine si consolidano all’8,21% rispetto al 6,50% applicato nel Centro-Nord e al 5,16% previsto per le imprese meridionali medio-grandi.

Cristina Lombardo

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