Arte e Cultura
Caltanissetta

  • Museo Mineralogico e Paleontologico della Zolfara: il Museo è sorto per iniziativa della Scuola Speciale di Mineralogia in omaggio a una delle risorse più importanti per la crescita della città. Conserva una vasta collezione di minerali, fossili e rocce, la riproduzione degli interni delle miniere e le attrezzature usate.
  • Nel Museo del Folklore e delle Tradizioni Popolari sono esposte le “vare”, raffigurazioni in gesso e cartapesta che rappresentano le tappe della Via Crucis.
  • A partire dal 2006 il Museo archeologico, sito accanto all’Abbazia di Santo Spirito, ha sostituito il Museo civico. Nel museo sono raccolti un gran numero di reperti archeologici provenienti per la maggior parte dalle necropoli di Mazzarino e dai siti indigeni di Gibil Gabib e Sabucina.
  • Nel Museo Tripisciano, inaugurato nel 2010 in un’ala del Palazzo Moncada, sono esposte diverse opere dello scultore nisseno Michele Tripisciano, donate dall’autore al Comune al momento della morte. La struttura ospita inoltre una sala interamente dedicata ai Moncada, gli antichi proprietari del palazzo.
  • Il Museo diocesano ospita diverse opere di artisti locali del Seicento e del Settecento.
  • Il Teatro Regina Margherita, inaugurato nel 1875, è intitolato alla regina Margherita di Savoia che nel 1881 fu in visita ufficiale a Caltanissetta. Particolarmente utilizzato fino alla Seconda guerra mondiale, venne chiuso negli anni Settanta. È stato riaperto nel 1997 dopo un lungo e accurato restauro.
  • Museo archeologico Regionale, Corso Vittorio Emanuele n. 2. L’edificio che lo ospita è adiacente all’acropoli dell’antica città greca e conserva importantissime collezioni di reperti in bronzo, ceramica e numismatici, prime tra tutte le collezioni Navarra e Nocera che comprendono un gran numero di vasi a figure nere e rosse recuperate dalle navi, provenienti dalla Grecia, naufragate nelle acque gelesi intorno al V secolo a. C.
  • Teatro Comunale Eschilo in Via Sant’Agostino n. 34. É stato costruito nell’Ottocento, ma è rimasto chiuso per parecchi anni fino al 2013. La facciata principale è in stile neoclassico, presenta tre ingressi con archi, tre grandi finestre con un frontone e cornicione dipinto di rosa; tale facciata è il risultato della ristrutturazione avvenuta intorno agli anni Trenta del Novecento, che cercò di riprodurre la struttura originaria. Negli anni ha ospitato diverse rassegne teatrali e proiezioni cinematografiche di cui si hanno notizie sin dagli anni Trenta.

Il Museo dell’emigrazione nacque il 4 agosto del 2005 nei locali dell’edificio San Giovanni Bosco. Ricordiamo che Acquaviva Platani è un centro emblematico dell’emigrazione degli anni ’50 del XX secolo, soprattutto verso il Regno Unito e la Francia.

Museo di storia locale, inaugurato nel 2002 in occasione del 50° anno di sacerdozio di Don Vincenzo Antinoro, il primo a incoraggiare la realizzazione del museo mettendo a disposizione i locali parrocchiali. Il museo è collocato in una sala al primo piano del Palazzo Baronale dalla quale si accede alla Chiesa dell’Itria. Ideato e curato dal prof. Vincenzo Nicastro, conserva documenti originali (pergamene, incisioni, litografie, xilografie, fotografie, argenti sacri, libri e pubblicazioni d’interesse locale) che raccontano la storia e le tradizioni del paese.

Museo Archeologico e della Civiltà Contadina, sito in piazza Castello. Ospita reperti archeologici che vanno dall’epoca preistorica a quella tardo medievale, compresi quelli di maiolica decorata a lustro, d’importazione spagnola, rinvenuti nei pressi del Castellazzo di Delia, tra il 1985 e il 1995, durante gli scavi condotti dalla soprintendenza ai BB.CC.AA. di Agrigento e Caltanissetta.

  • Il Museo Archeologico Regionale sito in Piazza Garibaldi n. 1 custodisce un’ampia collezione di reperti che illustrano la storia della città dalla preistoria all’età ellenistica, rinvenuti soprattutto duranti gli scavi nei siti archeologici di Monte Castellazzo, Monte Balate e Valle Oscura.
  • Museo etnografico della civiltà contadina sito in Viale Regione Siciliana n. 24. Si trova all’interno degli ex locali della scuola elementare Luigi Capuana e nasce con l’intento di custodire e preservare gli ambienti, le tecniche e i segreti dell’antica civiltà contadina. Molto bella l’esposizione di attrezzature per la produzione dei cereali e per la panificazione, gli aratri e le vecchie macchine agricole in uso fino agli anni Cinquanta.
  • La Casa-Museo della Civiltà Contadina, sita in via Napoli, è un’antica unità abitativa che si affaccia su una corte irregolare e nella quale sono custodite importanti testimonianze della cultura dell’abitare e del vivere del mondo contadino locale.
  • L’Antiquarium Arturo Petix, realizzato nel 2002 in piazza Karol Wojtyla espone i reperti archeologici ritrovati nel comprensorio di Milena dall’età neolitica fino all’età moderna. Il museo è dedicato ad Arturo Petix, studioso e archeologo locale.
  • L’Osservatorio astronomico sorge su un’altura denominata Monte Ottavio, ad ovest dell’abitato di Montedoro, all’interno del Parco didattico. Sito in un importante luogo di osservazione dell’abitato e del paesaggio circostante, l’Osservatorio costituisce una sorta di quinta scenografica naturale posta di fronte al paese: dalla sua sommità si gode infatti di una vista a 360 gradi su un’ampia porzione dell’entroterra siciliano. La costruzione, in armonia con l’incantevole paesaggio circostante, asseconda la pendenza naturale del terreno e la sottolinea, proponendosi come un prisma sottile e allungato che emerge appena dal terreno. Su questo lineare prisma terroso emerge la cupola apribile, rivestita di rame e all’interno della quale si trova una sala riunioni, con capienza di circa 50 posti, dove è collocato il planetario digitale, uno strumento di ultima generazione per lo studio e la conoscenza del cielo.
  • Museo delle Zolfare, sito all’ingresso del Parco didattico di Montedoro. Attraverso reperti e opere d’arte e con l’ausilio del modello di una miniera dell’epoca, la città ha voluto ricostruire le immagini della vita nelle miniere di Montedoro. Il museo, parzialmente interrato, ospita anche un’antica fornace per la lavorazione del materiale estratto dalla vecchia miniera di zolfo.
  • Antiquarium archeologico, recentemente rinnovato e ampliato nel percorso e nei contenuti, è sito all’interno della prestigiosa cornice settecentesca di Palazzo Sgadari, storica sede del primo municipio cittadino. Nelle cinque ampie sale in cui si articola il piano espositivo, sono conservati una grande parte dei reperti ritrovati negli scavi archeologici di Polizzello e di Monte Raffe, che raccontano la storia del territorio a partire dall’età preistorica.
  • Il Museo della Civiltà Contadina, dedicato allo storico Angelo Marsiano, ripercorre la civiltà contadina di Niscemi. I pezzi che vi sono racchiusi sono stati donati da alcuni cittadini al Lions Club locale che ha provveduto a catalogarli. Attualmente dei circa 2.000 pezzi presenti, fra manufatti, utensili, fotografie e dipinti, la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta, con proprio decreto, ne ha vincolati oltre 650. Un’ala del museo è adibita a sala conferenze ed ospita periodicamente eventi culturali che vedono partecipi i cittadini niscemesi.
  • Il Museo Didattico di Storia Naturale nasce nel dicembre del 1989 allo scopo di rendere noti gli aspetti geografici e naturalistici dell’area centro-meridionale della Sicilia, ricadente per buona parte nel territorio della bassa provincia nissena e compresa tra i fiumi Salso e Dirillo, rispettivamente ad ovest ed est, e a nord limitata da corsi d’acqua minori (torrente Braemi e Nociara, fiume dell’Elsa e del Tempio). In quest’area sono presenti ecosistemi ed emergenze floristiche e faunistiche che hanno giustificato la creazione di alcune riserve naturali, come la locale Sughereta, il Bosco di Santo Pietro e il Biviere di Gela. Il Museo, inizialmente gestito dalla locale sezione WWF, è passato in gestione, nel 1995, al Centro Educazione Ambientale; l’esposizione museale spazia da reperti ritrovati sul campo o ricevuti in dono, a dati di ordine geografico, geologico, paleontologico, faunistico e floristico.

Museo delle Solfare di Trabia Tallarita, aperto nel marzo del 2010, sorge sul sito della Miniera Trabia Tallarita, tra i territori di Sommatino e Riesi; si compone di una serie di percorsi che permettono di vivere frammenti di vita nell’industria mineraria. Degni di nota anche il Museo Comunale di Storia Naturale ed Arte Mineraria, un’esposizione permanente sull’evoluzione geologica della zona ed il Museo Etnoantropologico.

Il M.E.S. (Museo Etnoantropologico di Sutera) è sito presso l’Antico convento dei Padri Carmelitani. Il museo è esempio di partecipazione e volontà popolare: è stato reso fruibile, difatti, grazie al contributo di studenti, genitori e liberi cittadini che hanno raccolto un patrimonio della collezione artigiana e contadina rendendone possibile la nascita. Al suo interno è possibile visionare antichi strumenti utilizzati per la coltivazione nei terreni, riproduzioni di vita domestica d’altri tempi, attrezzature adoperate nell’artigianato databili intorno al Settecento e Ottocento. Il museo custodisce anche una collezione di manifesti di concerti di inizio Novecento e quelli degli emigranti verso l’America ed il Nord Italia. Molto interessante anche la raccolta di immagini votive rappresentanti santi e soggetti religiosi che anticamente si era soliti esporre in camera da letto. Nello spazio espositivo sono state allestite delle riproduzioni di ambienti scolastici di età fascista e di ambienti domestici, quali la classica naca, ossia la culla per neonato che si usava appendere sopra il letto della camera matrimoniale.

Da visitare: il Museo del Latifondo Siciliano e il Museo Etnografico della civiltà contadina, dedicato a Salvatore Lo Re.

Ialmo Consiglia

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